Appalti: blitz della Finanza su Rai, Mediaset e La7

RomaDenaro, ma anche assunzioni, biglietti aerei, vacanze di lusso, buoni benzina, Ipad, cellulari, persino un pianoforte da 6mila euro e un motorino. Così, secondo la procura di Roma, David Biancifiori comprava appalti per le sue società.

I finanzieri arrivano di mattina in diverse sedi Rai, in quella romana de La7, nelle sedi delle società Rti, Videotime e Fascino Produzione del gruppo Mediaset e nella divisione italiana del gruppo di marketing sportivo Infront. Le perquisizioni durano ore e non si fermano qui, sono 60 in tutto. Mediaset ha fatto sapere di aver assicurato la propria collaborazione e di aver sospeso i dipendenti coinvolti.

È per tangenti l'inchiesta del pm romano Paolo Ielo e l'accusa all'imprenditore è di aver pagato mazzette per assicurare contratti al suo gruppo «Di and Di», che si occupa di fornitura di scenografie, gruppi elettrogeni e tutte le attrezzature per spettacoli ed eventi. L'ipotesi di reato è corruzione per i funzionari della Rai (sembra non ci siano dirigenti), poiché l'azienda è pubblica, e appropriazione indebita per i coinvolti di società private. Brancifiori, con il fratello Danilo, avrebbe emesso false fatture per procurarsi fondi necessari per la corruzione. L'imprenditore è già ai domiciliari per un presunto giro di mazzette nel comune di Marino che coinvolge il sindaco Fabio Silvagni. Tutto sarebbe iniziato quando il pm di Velletri Francesco Prete ha stralciato la parte sui fatti accaduti a Roma e l'ha trasmessa a Roma.

Davanti a Palazzo Chigi i finanzieri si sono fermati, acquisendo solo documenti del periodo 2009-2013. Biancifiori vinse un appalto da 8 milioni di euro per l'allestimento di alcuni eventi nel 2008 e tra i coinvolti ci sono dirigenti del Dipartimento per le risorse strumentali, il capo Dipartimento per le risorse strumentali generale Antonio Ragusa, il responsabile dei Servizi informatici Maurizio Papitto, il funzionario Massimo Schettini (a lui, oltre il denaro, un pianoforte). E poi due personaggi che furono nello staff di Silvio Berlusconi quando era premier, il suo ex curatore di immagine Roberto Gasparotti (a lui un container e un ciclomotore per la figlia) e il suo direttore della fotografia Giovanni Mastropietro (assunti figlia, fratello e 4 nipoti). C'è stata «massima collaborazione» con gli inquirenti, fa sapere Palazzo Chigi.

Stesse parole usate dalla Rai. Un anno fa da viale Mazzini sarebbe partita una segnalazione alla procura: lavorando sulla spending review sarebbero emerse irregolarità su appalti a società di Biancifiori e un audit interno avrebbe portato a provvedimenti disciplinari.

Tra i dipendenti Rai indagati c'è il suocero del calciatore della Fiorentina Alberto Aquilani: Cesare Quattrociocche, padre dell'attrice Michela, avrebbe avuto denaro e la disponibilità di mezzi tecnologici per l'evento del matrimonio della figlia del 2012. La7 ha già annunciato che chiederà i danni. L'indagato della società Sponsport, amministratore unico, si chiama di cognome Corrotto: avrebbe emesso fatture per 450mila euro di operazioni inesistenti.

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