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Assalto a Melilla, è strage di migranti: 37 morti

Finisce in massacro il tentativo di entrare nell'enclave spagnola. Sánchez: "Colpa delle mafie"

Assalto a Melilla, è strage di migranti: 37 morti

Sono decine i migranti rimasti uccisi venerdì nel corso di un caotico tentativo di entrare in massa nell'enclave iberica di Melilla. E si contano a decine anche i feriti, anche agenti, che su entrambi i lati della frontiera, hanno cercato di sbarrare loro la strada.

Diversi video immortalano persone ammassate per terra sotto la sorveglianza di guardie marocchine, alcune inermi e forse già cadaveri. Il premier spagnolo Pedro Sánchez sostiene che a Melilla sia andato in scena «un assalto violento e organizzato», tradottosi in un «attacco all'integrità territoriale» della Spagna, dietro al quale ci sarebbero «mafie che trafficano con esseri umani».

I morti sono almeno 18, mentre varie ong sostengono che le vittime siano di più: almeno 37, secondo Caminando Fronteras. «Forse sono rimaste schiacciate o sono cadute da un punto in alto - racconta un portavoce dell'ong - e poi sono state lasciate lì a morire». I gruppi umanitari denunciano l'uso «sistematico» della forza da parte delle forze dell'ordine sui migranti che si spingono fino al nord del Marocco per tentare di entrare in Europa, così come le condizioni «tragiche» in cui vivono. La situazione al confine di Melilla si è fatta tesa all'alba di venerdì: circa 2.000 persone hanno iniziato ad avvicinarsi alla frontiera e di queste 1.500 sono arrivate sino al punto di contatto tra i due Paesi e più o meno un terzo di loro ha tentato di sfondare un cancello. I poliziotti sono intervenuti. Dopo un po' la situazione è tornata alla normalità.

Il bilancio parla di 133 migranti entrati in territorio spagnolo, di cui 57 feriti. Stessa sorte a 49 agenti.

«La Guardia Civil ha agito in questo caso, come sempre, nel quadro della normativa vigente e dei criteri di proporzionalità», ha risposto un portavoce del Ministero dell'Interno.

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