Bankitalia frena l'allarme: "L'accordo non è rischioso"

L'istituto chiarisce le parole del governatore Visco: "Nessun automatismo sul debito"

Bankitalia frena l'allarme: "L'accordo non è rischioso"

«È vero che il governatore Visco ha definito un enorme rischio la riforma» del Trattato Mes? Inizia con questa domanda l'articolata nota di Bankitalia pubblicata ieri nella sezione fact checking del sito Internet di Palazzo Koch. Proprio nel giorno in cui il Parlamento ha discusso della questione, Via Nazionale ha voluto evitare che le dichiarazioni di Visco dello scorso 15 novembre potessero essere strumentalizzate a fini politici. Ecco perché nel testo, che si sviluppa attraverso una serie di domande e risposte, al primo interrogativo si replica così: «No, il governatore ha sostenuto che l'introduzione di un meccanismo di ristrutturazione del debito sovrano (Debt Restructuring Mechanism) comporterebbe un rischio enorme, la riforma del Mes non prevede né annuncia un tale meccanismo».

In pratica, si tratta di una ripetizione di quanto lo stesso Visco ha sostenuto la scorsa settimana in audizione alla Camera, finalizzata a circoscrivere la portata di quanto affermato il 15 novembre durante un seminario tecnico sul futuro dell'Europa. Occorre, perciò, riprendere quei passaggi per comprendere e non rischiare di equivocare. In quella sede il governatore, parlando della riforma del Mes affermò che «i benefici di un meccanismo per la ristrutturazione dei debiti sovrani devono essere soppesati considerando l'enorme rischio che il semplice annuncio della sua introduzione inneschi una reazione a catena di aspettative di default, suscettibili di autoavverarsi». Il Mes, infatti, ha la funzione di evitare un default disordinato aiutando un Paese dell'Eurozona a finanziarsi ove mai non potesse accedere ai mercati.

È chiaro che, sebbene nel dibattito pubblico si faccia spesso confusione, che il Mes e la ristrutturazione del debito non sono sinonimi, ma ciò che Visco affermava un mese fa era la pericolosità di un cortocircuito tra aiuto del Mes e ristrutturazione del debito, quasi che esso diventasse una precondizione per l'accesso. Non a caso aveva sottolineato come, oltre a una severa disciplina di bilancio, fosse altrettanto utile la creazione di un fondo per il rimborso del debito pubblico europeo.

Ieri, invece, sul sito di Bankitalia si poteva leggere che il Mes «non è un organismo inutile e, certo, non danneggia il nostro Paese; serve all'Italia tanto quanto a ciascun altro Paese dell'area dell'euro». Secondo l'interpretazione odierna di Via Nazionale, il Mes «attenua i rischi di contagio connessi con eventuali crisi di un Paese dell'area dell'euro, rischi che in passato si sono materializzati e hanno avuto gravi ripercussioni sul nostro Paese.

Inoltre, il Mes «contribuirebbe anche a contenere i rischi di contagio connessi con eventuali crisi bancarie di rilievo sistemico». Ai rischi connessi alla ponderazione dei titoli di Stato nei portafogli bancari non c'è più nessun accenno.

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