Roma «Come giudicare un governo che si pone l'obiettivo esplicito di aumentare di mezzo milione il numero dei pensionati? Direi che si dovrebbe parlare di un esecutivo non previdente». Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, boccia la manovra economica annunciata dal governo. Soprattutto nelle parti dedicate al welfare. Il governo infatti ha annunciato l'innalzamento della pensione minima, già da gennaio prossimo, a 780 euro. E non solo. La pensione sarà erogata anche a chi «è uscito dal mondo del lavoro» e, grazie al principio della quota cento (ideato per depotenziare gli effetti della legge Fornero), porterà più di 400mila persone a smettere di lavorare. Secondo il presidente dell'Inps questa manovra rischia di costare più caro di quanto lo stesso rapporto deficit-Pil (al 2,4%) prometta. Non piace poi nemmeno la vulgata grillina che l'uscita dal mondo del lavoro di quasi mezzo milione di persone libererebbe posti per i nuovi assunti. Anche fosse vero, replica Boeri, non si otterrebbe molto. «Non c'è nessuna garanzia - aggiunge Boeri - che i giovani vadano a sostituire i nuovi pensionati dal momento che le aziende reagiscono a seconda delle situazioni in cui si trovano e potrebbero approfittare di questo per gestire lo smaltimento organici. Nella storia del nostro Paese non c'è mai stata la sostituzione dei pensionati con i giovani». Il presidente dell'Inps prova anche a fare due conti facendo il confronto tra lo stipendio medio di un lavoratore liberato dal lavoro grazie alla quota cento e un giovane al primo impiego. Quest'ultimo al massimo prenderebbe la metà del primo quindi ne servirebbero almeno due di giovani per far quadrare i conti. Boeri poi guarda allo spread in forte crescita e sottolinea che è lì che si deve agire per ridurre gli sprechi. «Sono gli oneri sul debito pubblico che vanno abbattuti - dice -.
Non c'è nessuna ragione per cui il nostro Paese debba avere 100 punti di interessi in più da pagare sul proprio debito pubblico rispetto a un paese come il Portogallo che ha lo stesso livello di debito pubblico o si debba pagare fino a 150 punti in più della Spagna. Questa spesa pubblica aggiuntiva che dobbiamo destinare al pagamento degli interessi del debito pubblico è l'unico vero spreco».
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