Roma - Un trionfo di share e una montagna di polemiche. Bruno Vespa ha ospitato martedì sera la figlia e il nipote di Vittorio Casamonica nel salotto di Porta a Porta , per parlare dei funerali stile Padrino del patriarca, ed è finito sotto accusa. Gli attacchi partono dal Pd romano, commissario Matteo Orfini e sindaco Ignazio Marino in testa, ma anche da M5S e Sel, dai giornalisti dell'Usigrai, dai poliziotti del Consap, dai consumatori del Codacons, dai telespettatori dell'Aiart. Parlano di «oltraggio alla Capitale», di «sfregio al Paese», di «disservizio pubblico», di mafiosi diventati «star tv».
Orfini scrive su Twitter : «Offrire un palcoscenico ai Casamonica è stato un errore grave che nulla c'entra con il servizio pubblico». Sul suo blog ecco Beppe Grillo: «Rai: servizio pubblico paramafioso. Fuori i partiti e la mafia dalla Rai. La famiglia Casamonica ospitata dalla Rai nel salotto buono di Bruno Vespa è un oltraggio a tutti gli italiani onesti».
Il centrodestra, d'opposizione con Giovanni Toti e di governo con Maurizio Lupi, si schiera con il conduttore tv. Ma, un po' a sorpresa, arriva la batosta via Facebook del leghista Roberto Calderoli: «Altro che servizio pubblico, in nome dell'audience è andato in scena uno spettacolo vergognoso, uno schiaffo a coloro che combattono le mafie e l'illegalità, uno scandalo per il quale Vespa e i vertici dell'azienda dovrebbero quantomeno chiedere scusa agli italiani».
Lui, Vespa, registra il suo milione 340mila spettatori e lo share del 14,54% (successo molto vicino al debutto di lunedì, con il premier Renzi), incassa e tace per tutta la giornata. Non risponde al vice sindaco di Roma Marco Causi, che vuole dalla Rai le scuse alla città. Né al presidente della Commissione di Vigilanza, il grillino Roberto Fico, che annuncia un'interrogazione ai vertici Rai «per pretendere immediati chiarimenti». E neanche alla presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, che vuole un'audizione di vertici Rai e Ordine dei giornalisti.
La risposta di Vespa è nella puntata di ieri sera di Porta a Porta , che si apre con l'ospite Alfonso Sabella, assessore alla legalità del comune di Roma. È a lui che il conduttore dice: «Lasciateci fare il nostro mestiere. Credo che il servizio pubblico debba trattare tutto, il problema è come. E credo che abbiamo trattato la vicenda dei Casamonica da servizio pubblico». A Sabella, che rimprovera di «non avere dato spazio alle vittime» dei reati attribuiti al clan, Vespa replica: «Quando Biagi ha intervistato Sindona e Buscetta c'erano le vittime? Eppure erano mascalzoni di ben altro livello. Santoro ha invitato più volte Massimo Ciancimino, Schiavone autore di tanti omicidi è stato intervistato più volte». Per l'assessore sarebbe stato meglio «spegnere i riflettori» su Vera Casamonica, «la nuova regina del clan», evitare di dare «un'immagine folcloristica della mafia». Vespa non ci sta, ricorda che gli ospiti sono incensurati, insiste che se Roma ha perso «la dignità» non è certo per la sua trasmissione .
« Porta a Porta ha affrontato la vicenda Casamonica con trasparenza e completezza d'informazione, senza fare sconti di alcun genere», dice il direttore di Rai 1 Giancarlo Leone.
«La scelta di Vespa è giornalisticamente legittima», per il consigliere Rai Arturo Diaconale: «In una società democratica anche il reprobo ha diritto di parola». E Carlo Feccero ammonisce: «Non spetta ai consiglieri Rai stabilire se sia opportuna o no la decisione di Vespa, niente censure preventive».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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