Eppure era considerata un'isola felice, la Tunisia. Non solo per i turisti, ma anche per la nutrita colonia di pensionati italiani che hanno scelto di andare a vivere laggiù una terza età più serena. Ci vorrà qualche settimana per valutare a fondo le ricadute l'attentato di Tunisi sul business del turismo ma fa impressione la prima valutazione del solo danno alla Tunisia: per il ministro delle Finanze, Slim Shaker, l'attacco al museo del Bardo avrà «ripercussioni sull'economia locale, secondo le prime stime il settore del turismo nel 2015 registrerà perdite per almeno 700 milioni di dollari. Difficile al momento trovare soluzioni». Per capire l'impatto emotivo su chi dovrà organizzare le proprie vacanze si legga la dichiarazione a caldo del marito di una delle vittime: «Noi turisti - dice Lorenzo Barbero, marito di Antonella Sesino - possiamo anche non sapere, ma chi organizza questi viaggi deve essere informato: come si fa ad andare a Tunisi il giorno in cui il Parlamento approva una legge sul terrorismo? Mia moglie non doveva essere lì».
Il sasso lanciato da Lorenzo Barbero, viene raccolto da Francesco Sottosanti, direttore nazionale di Federviaggio: «L'informazione è un argomento molto delicato - dice - è chiaro che ci sono dei canali istituzionali, Farnesina in primis, che devono monitorare costantemente i territori a rischio. In questo caso il nostro ministero degli Esteri non ha detto nulla perché ha ritenuto la Tunisia l'unica zona sicura del Nord Africa. Casi come questi sono imprevedibili, anche se sono convinto che ci vorrebbe un monitoraggio più sofisticato. Del resto l'operatore turistico, se informato in modo corretto e puntuale, ha il dovere di avvisare il cliente sugli eventuali rischi».
Già le Primavere arabe avevano stravolto le rotte nel Mediterraneo, ma qualcuno aveva pensato che dopo le elezioni la Tunisia fosse diventata più sicura. Come cambieranno ora le rotte di crociere e viaggi? «Non è la tratta della crociera il problema - spiega Sottosanti - Sono gli approdi. E posso assicurare che tutti gli operatori stanno già pensando quali visite a terra si possono fare e quali no. Nel Mediterraneo non c'è la pirateria, le crociere sono sicure. Ma le visite a terra vanno riviste e ripensate da chi ha fatto la programmazione».
«Ci sono tanti operatori italiani che lavorano con la Tunisia -ricorda il direttore di Federviaggio- in un'area così turbolenta resta il Paese più solido, ma ora verrà escluso da tanti cataloghi». Previsione subito confermata dall'annuncio di Costa Crociere: «Dopo quanto è successo al Bardo, abbiamo deciso di annullare gli scali in Tunisia, scali che saranno sostituiti da tappe alternative in via di definizione». Sulla stessa lunghezza d'onda Msc Crociere: «Abbiamo annullato, con effetto immediato, i prossimi scali a Tunisi - si legge in un comunicato - Gli itinerari delle navi che prevedevano di fare scalo a Tunisi modificheranno le rotte con nuove tappe a Malta, Palma di Maiorca e Cagliari».
L'incontro di ieri tra Pierfrancesco Vago, presidente di Msc Crociere, e il ministro del turismo tunisino, la signora Salma Elloumi Rekik, conferma l'interesse verso il Paese. Ma sarà dura tornare ad attirare turisti e operatori a queste latitudini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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