È arrivata la richiesta di condanna da parte del procuratore generale di Roma per l'ex sindaco Ignazio Marino a due anni e sei mesi nel processo d'appello per il caso degli scontrini, ossia, secondo l'accusa, le 56 cene da lui pagate utilizzando la carta di credito «aziendale» del Campidoglio. La richiesta di condanna si riferisce a 54 delle 56 cene, per peculato e falso.
Il pg ha però sollecitato l'assoluzione di Marino per l'accusa di truffa legata ai contratti di consulenza, in particolare la certificazione di compensi a collaboratori fittizi, della Onlus «Imagine». Ma Marino si difende: «Mai nelle funzioni di sindaco ho utilizzato denaro pubblico per motivi personali».
Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.