Consip, ora lo dice pure il Csm: "Fuga di notizie colpa dei pm"

Nessuna guerra tra la polizia giudiziaria e le toghe. Ora i magistrati danno ragione a Gratteri: "Silenzio-assenso"

Consip, ora lo dice pure il Csm: "Fuga di notizie colpa dei pm"

"O dai pm o dalla polizia giudiziaria". Non ci sono altri modi in cui le fughe di notizie da parte sulle indagini in corso possano arrivare alla stampa. Ora a dirlo è anche il Consiglio superiore della magistratura (Csm), con parole del vice presidente Giovanni Legnini, che nello specifico parla della telefonata tra l'ex premier Matteo Renzi e il padre Tiziano, relativa al caso Consip, e dà ragione a Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, che si era espresso chiaramente sulla vicenda.

"Quando c'è una violazione, una fuga di notizie, esce o dalla Procura o dalla polizia giudiziaria. E, in genere, quando la polizia giudiziaria fa la fuga di notizie, c'è quanto meno una sorta di silenzio-assenso da parte della Procura. Altrimenti le notizie non escono fuori", dice Legnini, che cita esplicitamente Gratteri, con cui, aggiunge, "non sono sempre d'accordo".

Il procuratore di Catanzaro lo aveva detto a Mix 24, su Radio 24. Parlando con Gianni Minoli e assicurando: "L'intercettazione è come una canzone.

Io posso controllare l'ora, il minuto, il secondo in cui lei ha scaricato quel disco o quella canzone. La stessa cosa vale per l'intercettazione". E aggiunto di non ritenere reale l'idea di una sorta di guerra interna tra polizia e magistratura.

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