Giovanni Toti (nella foto) riparte da via Merulana. Proprio dal lato opposto del teatro Brancaccio, dove si tenne a inizio estate la prima convention dell'area totiana, c'è Palazzo Grassi. Ed è lì che ieri si è ufficializzata la nascita del partito alla presenza dello stesso governatore della Liguria. Cambiamo! è adesso, a tutti gli effetti, un soggetto politico che ha la stessa voglia di essere protagonista nel prossimo agone elettorale. Tanto che per le regionali in Umbria correrà col proprio simbolo pur nella coalizione di centrodestra che sosterrà Donatella Tesei. Frustrati, come gran parte del centrodestra, dal mancato scioglimento anticipato delle Camere, i totiani (un drappello di una decina di parlamentari, tra Camera e Senato) pensano a organizzarsi sul territorio. Liguria a parte, la prima tappa importante è il Lazio. Alla Pisana, infatti, si sta organizzando il primo gruppo consiliare. Coi due consiglieri regionali già arruolati (Adriano Palozzi e Pasquale Ciacciarelli) non è ancora possibile, in verità, costituire il gruppo ma gli «ambasciatori» sono già al lavoro per convincere Antonello Aurigemma, già traghettato da Forza Italia al gruppo Misto. Per Toti la piazza laziale è importante perché - sostiene - è da lì che è nato il Conte bis, con il pactum sceleris tra piddini e grillini. Ed è quel bluff che va smascherato e bocciato, per ridare la parola agli elettori. Ma il vero nemico, a questo punto, non è nemmeno Forza Italia, tanto che lo stesso Toti ancora ieri negava qualsiasi tipo di campagna acquisti (semmai, sostengono i bene informati, è al gruppo Misto che guarda Toti). Bisogna invece, guardare con apprensione proprio all'operazione che sta portando avanti Renzi. È Gaetano Quagliariello, uno dei quattro senatori che hanno aderito a Cambiamo! a spiegare perché. «Con l'operazione Renzi è partita ufficialmente l'Opa sul centro - avverte Quagliariello -. Ma sbaglierebbe chi pensasse a una rivincita del neo-centrismo: la vera rivincita è quella che alcuni vogliono prendersi sul modello 1994, attraendo il centro nell'orbita della sinistra per spingere il centrodestra, con l'aiuto del proporzionale, fuori dal recinto di un sistema bloccato». Insomma Renzi nei panni di novello Berlusconi che 25 anni fa riplasmò il centro per sdoganare la destra e costruire così un'alternativa possibile al centrosinistra.
Il punto più controverso, all'interno della coalizione di centrodestra, resta appunto il sistema elettorale che per i totiani, come per Salvini, dovrebbe essere maggioritario mentre in Forza Italia ancora prevale l'idea del proporzionale.
Alla fine, insomma, il mancato voto anticipato è certo una
iattura (visto che il centrodestra unito avrebbe ottenuto la maggioranza dei parlamentari) però i totiani hanno tempo per organizzarsi e cercare almeno di costituire gruppi autonomi, oltre quello ligure, per il momento l'unico.
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