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"Dormo qui nel mio ufficio Richiamo i medici pensionati"

Il governatore della Lombardia: «Hanno esperienza Virus ancora in fase espansiva, ma sanità efficiente»

"Dormo qui nel mio ufficio Richiamo i medici pensionati"

Milano Presidente Attilio Fontana, siamo in piena emergenza Coronavirus, qual è la situazione lombarda? Il virus è in fase espansiva ma meno espansiva rispetto a ieri?

«Non ci sono più stati episodi concentrati sugli ospedali di Lodi e Cremona, sì, questo è un passo avanti. Speriamo che le misure prese inizino non dico a dare frutti ma a concorrere a dare i frutti sperati».

La situazione dei due ospedali adesso è meno critica?

«Sì e credo che questo allarme rientrerà, anche perché abbiamo a che fare con una sanità efficiente, organizzata, con medici e infermieri di grande valore, e possiamo contare sulla collaborazione anche degli ospedali privati. Se abbiamo deciso di richiamare i medici pensionati è perché la situazione è critica».

È ipotizzabile che si arrivi a requisire ospedali privati?

«No, anche perché le strutture private sono collaborative. Ho ricevuto una telefonata anche oggi (ieri, ndr) dagli operatori del privato: c'è massima disponibilità. Non c'è la necessità di requisire. In questa fase servono dialogo e collaborazione, a prescindere dai provvedimenti».

Assumete medici pensionati, ma i medici sono sicuri?

«Li richiamiamo in servizio, e gli specializzandi sono già utilizzati, in più c'è un piano di assunzioni. Devono assolutamente lavorare in sicurezza, anche solo per ragioni egoistiche: se qualcuno dovesse essere contagiato sarebbe una risorsa in meno».

Voi vi state battendo da anni per avere più medici e non potete assumerli per i vincoli di bilancio imposti da Roma.

«Assolutamente vero. Quest'anno finalmente abbiamo avuto un'apertura, ma senza quei vincoli avremmo molti più medici e infermieri. Anche perché ne avremmo le risorse».

I rapporti col governo?

«Sempre strettissimi, oggi siamo stati in riunione continuativa dalle 12, 30 fino alle 17,30. Adesso aspettiamo che presentino i provvedimenti».

Ordinanza confermata sulle scuole. Accolta bene pare.

«In ogni caso, io avrei insistito in tutti i modi perché venisse confermata la misura: se è vero che il problema ora è impedire la diffusione del virus, il rischio era che le scuole diventassero un mezzo di diffusione».

Lei è al terzo giorno di quarantena, come procede?

«In questi giorni dormo in Regione, ho un lettino sopra l'ufficio, però mi riservo di tornare a casa, ho chiesto e posso farlo, purché mantenga certe precauzioni, come la tanto vituperata mascherina, quella che secondo qualcuno non dovrei mettere per non spaventare il mondo, e sarebbe invece una precauzione per i familiari. Comunque per ora sto qui, per comodità, anche perché la sera si finisce a mezzanotte e al mattino si parte presto. Recupero un po' di sonno».

I suoi familiari, se possiamo chiedere, cosa le dicono?

«La mia bambina era un po' preoccupata, non aveva capito bene cosa mi stesse succedendo; anche mio figlio, poi si è tranquillizzato, è all'università per cui è fermo anche lui. Mia moglie è adorabile, ogni tanto viene a trovarmi e stiamo insieme, tutti e due con la mascherina, mi fa compagnia. L'unico vero problema di questa mascherina è che fa sudare».

Dal punto di vista istituzionale è del tutto operativo?

«Sì, devo solo rispettare queste misure nel parlare con le persone, non avvicinarle troppo: per esempio sto a capotavola, gli altri dall'altra parte. Se faccio queste cose, anche ammesso che abbia contratto il virus, è impossibile che io contagi altri. I miei collaboratori sono presentissimi, nessuno ha paura, nessuno accampa scuse per non venire».

I suoi assessori?

«Gallera rasenta la perfezione, bravissimo il mio vice Sala e poi gli assessori: Rizzoli, Caparini, Mattinzoli, E Foroni, che mantiene i contatti col territorio lodigiano. Non posso che dire grazie a tutti. Ieri ho avuto una lunga riunione con Terzi, per un altro problema: è una dimostrazione di grande coesione».

Nonostante il suo spirito, psicologicamente è dura?

«È molto difficile, soprattutto in presenza di scelte che logicamente possono essere nella stessa misura giuste o sbagliate. Ma non bisogna farsi prendere dal panico in questo momento».

E la mascherina in diretta è stata una scelta giusta?

«Io volevo lanciare un messaggio di normalità, di serenità, mostrare che anche in una situazione come la mia, la vita può continuare, rispettando le regole, certe regole. Poi se si vuol polemizzare per forza... Io dico ai cittadini che non volevo spaventarli, ma al contrario rassicurarli».

La battaglia va avanti, anche per l'economia lombarda.

«La cosa difficile è tenere insieme queste due esigenze: tutelare la salute senza incidere troppo sull'economia. La strada è stretta, spero che abbiano intrapreso quella giusta.

Voglio solo dire che vale la pena fare dei grossi sacrifici ora per evitare un problema che non finisce mai».

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