Roma - Il prodigioso salto mortale di Matteo Renzi sull'Italicum viene accolto con prudenza dalla politica e con sarcasmo dal web. Da legge indispensabile votata con fiducia l'Italicum si è trasformato in un testo «usa e getta». Anzi getta e basta visto che non è mai stato applicato. Ora Renzi si mostra disposto a cambiarlo ma nessuno crede alla sua buona fede. Sotto assedio ha dovuto cedere alle pressioni della minoranza Pd nella speranza di scamparla sul referendum. Così la pensa anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta. «Renzi è un uomo senza dignità - dice Brunetta - Sarebbe capace di qualsiasi giravolta pur di restare attaccato alla poltrona». Contro la giravolta del premier anche Massimo Artini del Gruppo Misto. «Renzi usa l'Italicum per ricompattare il Pd sul referendum», - accusa Artini. In soccorso del premier accorre il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. «Noi siamo pronti a modificare la legge elettorale. È migliorabile dunque cogliamo l' occasione - dice il ministro - Ma non ne abbiamo mai fatto un motivo di ricatto: noi questo Italicum lo abbiamo votato e non lo rinneghiamo». Traduzione: quello che decide Renzi per noi va bene comunque. Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, mette le mani avanti in difesa del referendum. «Bisogna togliere questa cosa assurda che se non si cambia l'Italicum io voto No- dice Franceschini - perché sono due cose distinte e tali debbono rimanere». La promessa del cambiamento c'è e tanto dovrebbe bastare per indurre la minoranza Pd a smetterla di sparare contro la riforma del Senato. Esplicito il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina.
«Solo con la vittoria del Sì al referendum - dice - noi realizzeremo le condizioni politiche per migliorare la legge elettorale». Scettica il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che ieri sera alla Festa dell'Unità di Catania avverte: «Non sarà facilissimo trovare una nuova maggioranza alternativa sulla legge elettorale in questo Senato».FA
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