Dalla Sicilia arriva l'ultimo tassello della ricomposizione del centrodestra, l'ufficializzazione del ticket Musumeci-Armao, con l'ingresso al fotofinish dei centristi di Saverio Romano e dell'ex rettore di Palermo, Roberto Lagalla. Un passaggio ufficiale che accende speranze e fa risuonare un segnale forte in vista delle elezioni politiche.
La parola d'ordine di giornata è «unità». Una unità fortemente voluta da Silvio Berlusconi che pur non avendo nascosto la sua simpatia per il modello innovativo rappresentato dagli «Indignati» di Gaetano Armao, ha evitato un braccio di ferro e ha fatto prevalere l'interesse della coalizione.
Questo schema il presidente di Forza Italia, come spiega in un messaggio inviato ai giovani del Campus Everest riuniti a Giovinazzo e letto da Annagrazia Calabria, vuole fortemente riproporlo in vista delle Politiche. «Abbiamo davanti mesi decisivi. Vogliamo un centrodestra aperto e inclusivo che torni alla guida dell'Italia. Il nostro sogno è quello di una rivoluzione, pacifica e serena nei modi, ma radicale nella sostanza. Una rivoluzione per i giovani, fatta dai giovani, che non sono solo un concetto anagrafico, sono un modo di pensare, di credere, di guardare alla politica, della quale continuiamo a sentirci parte. Una rivoluzione che vogliamo fare con voi, con il centrodestra di nuovo alla guida del paese. Un centrodestra liberale saldamente ancorato alla grande famiglia della democrazia e della libertà in Europa, unito sul programma».
La prospettiva dell'unità ricorre nei commenti dei dirigenti di Forza Italia, galvanizzati dalla ricomposizione siciliana. «È l'epilogo migliore, politico e civico, con Musumeci a fare da collante. Bisogna dare atto a Berlusconi di avere fatto un grande sforzo per favorire una unità che è portatrice di vittoria. La sua è stata una prova importante di generosità» commenta Maurizio Gasparri dietro le quinte di Everest. E Giovanni Toti, anche lui tra i giovani in Puglia, si attesta sulla stessa frequenza: «Ha prevalso la linea dell'unità che è sempre il preludio della vittoria. E questo non è un teorema ma una certezza. Ora dobbiamo affrontare una sfida difficile, ma forse meno complicata di altre che abbiamo combattuto nelle ultime Amministrative, penso ai miei territori e a Genova, La Spezia, Savona. Quello siciliano è un gradino, ma non la fine della scala. Dobbiamo dare prospettiva e continuità a questo accordo allargando il confronto a governatori e sindaci e preparare un programma di qualità che offra risposte al Paese». Paolo Romani, a sua volta, ringrazia Berlusconi che «ha messo a frutto la sua visione e lungimiranza da vero e inimitabile leader. Col suo contributo in campagna elettorale che non mancherà e con l'impegno e l'abnegazione di Musumeci, la Sicilia potrà scrivere un capitolo di rinascita e sviluppo economico».
Dietro le quinte tra Arcore e Piazza San Lorenzo in Lucina si ragiona su un centrodestra che ora parte in pole e si prepara a una sfida diversa da quelle degli anni passati, visto che «in Sicilia come per le Politiche si va verso una contesa tra noi e il Movimento 5 Stelle», mentre il Pd appare in difficoltà e non a caso si prevede un Matteo Renzi ben poco presente in campagna elettorale. L'analisi che viene fatta prevede una buona raccolta dei grillini nei grandi centri urbani, nel bacino del voto di protesta, mentre nelle tante realtà siciliane con meno di 40-50mila abitanti - dove il radicamento, la qualità del personale politico e il rapporto personale ha un valore maggiore - M5s dovrebbe faticare.
In una realtà come quella siciliana dove il numero dei piccoli centri è elevato «la credibilità di Musumeci può fare la differenza e colmare il distacco che alcuni sondaggi nelle scorse settimane ancora fotografavano. Soprattutto ora che tutti sono pronti a remare dalla stessa parte».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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