E ora il Pd lancia l'opa sul Movimento

Senza Giggino, più facile un nuovo patto politico tra dem e 5 Stelle

E ora il Pd lancia l'opa sul Movimento

Via Luigi di Maio. Nicola Zingaretti esulta e sprizza felicità: «Bisogna aprire una nuova fase per riaccendere i motori dell'economia. Per questo occorrono meno polemiche, più fatti, meno cultura dell'odio e più passione per cambiare questo Paese. Questo rafforzerà la squadra di governo, perché sono le cose che interessano alle persone: lavoro, crescita, sviluppo, green economy, e non odio, polemiche e paura. E su questo io avverto un clima che sta diventando più unitario». Missione compiuta. Il Pd, con la complicità del capo del governo Giuseppe Conte, si libera dell'ostacolo principale lungo la strada dell'intesa con i Cinque stelle. Dal tour elettorale in Emilia Romagna, il segretario dem è convinto che dopo il passo indietro del ministro degli Esteri dalla guida del Movimento si possa fare un passo in avanti: «Dobbiamo fare insieme una proposta all'Italia». E dunque il prossimo obiettivo sarà il consolidamento dell'asse Pd-Cinque stelle: «Nessuno ha messo in discussione l'alleanza. Il governo si rafforza e si indebolisce a seconda di quanto fa e non fa. Quello che dà forza al Governo è che comincia a raccogliere risultati. Nessuno ci credeva«. Quali? Non sembra conoscerli nemmeno il capo del Pd.

L'unico collante resta l'offensiva verbale contro Matteo Salvini. Dalle terre dell'Emilia, Zingaretti difende il sistema Bibbiano e inanella una serie di attacchi al leader del Carroccio: «Salvini assomiglia sempre di più a un untore, come nel '500, che gira per botteghe e negozi spargendo paura, odio e disperazione. l'Italia è diversa: vuole speranza, concretezza, è stanca di vivere in mezzo a questa paura continua inventata da chi non ha idee su come risolvere i problemi degli italiani». «Credo - ha detto ancora, prima di incontrare i lavoratori del Petrolchimico a Ferrara - che la politica dovrebbe parlare di soluzioni: come si crea lavoro, come si crea futuro, come si investe nell'innovazione, come si pensa a costruire politiche sociali che si prendono in carico le persone». Se la ride a chi gli chiede se in caso di sconfitta di Stefano Bonaccini rassegni le dimissioni. Però il voto di domenica lo rende nervoso. Al punto che Zingaretti viola il silenzio sui sondaggi e dà in pasto alla stampa numeri sulla presunta vittoria del Pd alle regionali in Emilia. Uscita che fa infuriare Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia in Senato: «Zingaretti deve essere proprio disperato per il rischio di perdere, oltre che le elezioni in Emilia-Romagna, anche la sua poltrona di segretario. Ma questo non giustifica l'ultima palese scorrettezza, quella di sbandierare presunti sondaggi che darebbero Bonaccini «in grande vantaggio».

Oltre a propalare un dato totalmente falso, il leader del Pd ha anche contravvenuto al silenzio imposto dalla legge, che è scattato l'11 gennaio». Il segretario del Pd è talmente certo della vittoria che scappa dall'Emilia per chiudere (oggi) la campagna elettorale in Calabria.

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