L'Europa non ha soldi per fronteggiare il costo dell'urgenza immigrazione che ci sobbarchiamo noi con la missione Mare Nostrum, come sostengono piangendo il morto dai palazzi comunitari di Bruxelles? «È falso. Perché la Commissione tramite EuropeAid, non interviene in favore dei migranti nel Mediterraneo? Non si tratta di un'emergenza umanitaria? I morti affogati in mare valgono meno di quelli uccisi dalla fame o dai cicloni? O forse noi italiani siamo i figli della serva?» sottolinea una fonte de il Giornale che conosce bene il meccanismo dei fondi dell'Unione europea. E partecipa alle riunioni dove si snocciolano le cifre.
EuropeAid è la direzione generale della Commissione europea, che si occupa di emergenze, aiuti e cooperazione in tutti gli angoli del globo. Un carrozzone con un budget non indifferente di oltre 9 miliardi di euro all'anno. «Solo per il Fes, il fondo europeo di sviluppo dal 2014 al 2020, che assorbe la fetta più grossa di EuropeAid stiamo parlando di 34,5 miliardi in pratica 19 milioni di euro al giorno», spiega la fonte de il Giornale . Oggi il ministro dell'Interno, Angelino Alfano incontra a Bruxelles il commissario europeo, Cecile Malmström, proprio per passare la palla di Mare Nostrum alla Ue.
Il bello è che l'Italia ha partecipato al carrozzone della Cooperazione europea con 1.346 milioni di euro nel 2013. EuropeAid ovviamente aveva un piano per la «Cooperazione con paesi terzi nell'area della migrazione e dell'asilo». Per il 2011-2013, prevedeva per la «Libia particolare attenzione alle misure per frenare i flussi di migrazione irregolare verso la Ue». Il risultato è sotto gli occhi di tutti. I fondi messi a disposizione per il Sud del Mediterraneo, l'area Sub sahariana ed il Medio Oriente erano appena 68 milioni di euro.
Una goccia nell'oceano degli interventi più pazzi del mondo di EuropeAid dalle semi sconosciute isole Vanuatu, al Brasile paese economicamente emergente, che aiutiamo. Bruxelles non ha soldi per Mare Nostrum, ma negli ultimi 5 anni abbiamo sborsato 142,3 milioni di euro per la Papua Nuova Guinea, dove sono gli australiani a mandare i clandestini che pescano in mare. Il Sud Africa, che non è proprio a pezzi economicamente, ha assorbito dal 2007 quasi 1 miliardo di nostri euro «per combattere il crimine, la corruzione, promuovere la sicurezza, consolidare la democrazia» eccetera. Non potevamo mancare di aiutare le sconosciute isole Vanuatu con 23,2 milioni di euro. Il 40% va a finire direttamente nel budget dell'arcipelago. Tre milioni di euro e mezzo non si negano neppure ad Antigua e Barbuda definite sul sito di EuropeAid «uno dei paesi più prosperosi della regione» caraibica. Al Suriname, dall'altra parte del mondo, asfaltiamo le strade con 19,8 milioni di euro. La Giamaica, che ha solo 2,7 milioni di abitanti, si è beccata 199,9 milioni di euro da Bruxelles dal 2007. L'assurdo è che aiutiamo pure la Cina un gigante economico, con un buffetto di 128 milioni di euro. Nel 2011 i burocrati di Bruxelles sono stati capaci di finanziare un progetto eco sostenibile per usare il bambù al posto del legno nella provincia cinese di Sichuan. E non si tratta di una barzelletta. Fra Mongolia e Buthan, dove l'Europa ha interessi praticamente nulli, abbiamo speso 24 milioni di euro.
Non è chiaro per quale motivo il Messico abbia bisogno di 42 milioni da EuropeAid, che per il 40% servono alla «coesione sociale ed il dialogo». La fonte de il Giornale si chiede perché «parte delle nostre tasse devono finanziare un impianto eolico nello stato messicano di Oxaca». Anche il Brasile ha bisogno di noi. Il 30% dei 61 milioni di euro sborsati dal 2007 servono per «l'ambiente ed uno sviluppo sostenibile». Il buco nero dei fondi ai palestinesi ci ha garantito il primo posto come donatori. Nel 2013 la Ue ha dato 168 milioni di euro per assistenza finanziaria diretta. Per la primavera araba EuropeAid ha aperto una voce dedicata spendendo 350 milioni di dollari dal 2011. I risultati sono evidenti a cominciare dal disastro in Libia, dove stanno andando in fumo nella guerra civile ulteriori 72 milioni di euro previsti fino al 2013.
Alcuni progetti libici sono imbarazzanti, come «l'appoggio alla società civile», «il rafforzamento della democrazia e del buon governo», il «Libyablog» di Radio France international e il programma «asilo e migrazione» del Consiglio danese dei rifugiati, che suona come una beffa.www.gliocchidellaguerra.it
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