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"L'epurator" di Letta: tutti gli ex renziani nel mirino

Marco Meloni, coordinatore del Pd e fedelissimo di Enrico Letta, è l'uomo addetto alla "derenzizzazione" del partito

"L'epurator" di Letta: tutti gli ex renziani nel mirino

Dalla rottamazione alle epurazioni, ultima spiaggia del segretario dem. Il nuovo corso del Pd lettiano procede spedito verso la 'derenzizzazione' del partito, affidata al coordinatore nazionale Marco Meloni.

Il fedelissimo di Enrico Letta, con un lungo trascorso nel Ppi prima e nella Margherita poi, è il nuovo 'epurator' della politica italiana. "Il suo compito è quello di portare a consunzione gli elementi ‘renziani’ rimasti nel Pd", dicono a ilGiornale.it alcune fonti parlamentari riferendosi all'epurazione che Meloni ha compiuto proprio in questi giorni in Toscana. Proprio a Firenze, feudo del nemico storico di Letta, tre esponenti di primo piano della stagione di Matteo Renzi, ossia Simona Bonafè (oggi segretaria regionale del partito), Dario Nardella (sindaco del capoluogo toscano) ed Eugenio Giani (presidente di Regione) hanno compiuto l'ennesimo strappo col "renzismo". "Hanno consegnato lo scalpo di Luca Lotti e benedetto la candidatura di Monica Marini, una che addirittura arriva da Leu, per la segreteria provinciale dem", commentano i più maliziosi. La Marini, oltretutto, non è un politico qualsiasi. Anzi, è sindaca del piccolo comune di Pontassieve, ossia il paese dove per lungo tempo ha vissuto il leader di Italia Viva.

Il soldato Meloni aveva chiesto espressamente al trio fiorentino di trovare a tutti i costi un accordo che tagliasse fuori proprio Lotti", ci viene spiegato dai suoi detrattori che sono costretti ad ammettere: "In Transatlantico, gli viene unanimemente riconosciuta l’ultima decisiva battaglia contro l’ambigua corrente di Base riformista, covo riconosciuto del post renzismo di marca dem, ed oggi praticamente ridotta allo stremo". Ora 'l'Epurator' Meloni, che nei giorni in cui Letta venne rimosso da Palazzo Chigi era stato soprannominato ‘l’ultimo giapponese’ per la fedeltà al suo leader tanto da non votare né l'Italicum né il Rosatellum, ora si appresta a portare avanti la sua vendetta con un obiettivo molto chiaro: derenzizzare le liste elettorali democratiche. "Un lavoro che si presenta abbastanza facile, complice la riforma che ha ridotto il numero di parlamentari eleggibili. Così la mannaia sarà per definizione impietosa e la lista dei decapitati si allunga ogni giorno un po’ di più", rivelano le noste fonti. " Risolto (dalla magistratura) lo spinoso caso dell’autosospeso Lotti, sono già pronte le teste di Andrea Marcucci, di Valeria Fedeli, di Dario Stefano e di Gianni Pittella, mentre alla Camera non si salveranno Alessia Morani, Alessia Rotta, Stefano Ceccanti, e tanti altri", ci viene rivelato senza troppi giri di parole.

Meloni, inoltre, è riuscito a sfilare alla minoranza la capogruppo del Senato, Simona Malpezzi, "una fan sfegatata di Renzi" che, ormai, è " diventata per necessità filo contiana". Fedele alla massima che la vendetta è da consumarsi fredda, l’ex deputato sardo "porterà a termine la vendetta di Enrico Letta", ci viene assicurato.

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