Coronavirus

"Efficaci sulle varianti e facili da produrre. La svolta definitiva sarà con gli antivirali"

L'immunologo dei Lincei: i vaccini proteggono, quarta dose da valutare

"Efficaci sulle varianti e facili da produrre. La svolta definitiva sarà con gli antivirali"

I nodi da sciogliere prima di poter parlare di ritorno alla normalità sono ancora parecchi. A cominciare dall'ipotesi quarta dose. A chiarire le valutazioni scientifiche che stanno dietro alle scelte politiche del prossimo futuro è Guido Forni, immunologo all'università di Torino e socio dell'Accademia dei Lincei.

Ci aspettano due mesi difficili. Dopo di che, secondo lei, possiamo iniziare a parlare davvero di virus endemico?

«La differenza la può fare l'arrivo dei nuovi farmaci antivirali. Riducendo il rischio di una malattia grave o della morte, i farmaci potrebbero trasformare il Covid in una malattia paragonabile all'influenza con cui si potrebbe convivere con un allarme minore».

Perchè?

«Perchè - a differenza dei monoclonali - questi farmaci antivirali agiscono sul virus a prescindere dalle varianti. Sono farmaci che si possono assumere a casa e non richiedono un ricovero ospedaliero, anche temporaneo. Inoltre sono farmaci facili da produrre in grandi quantità. L'Europa li ha già ordinati, ormai ci siamo».

Quindi agiscono sia contro la variante Delta sia contro Omicron?

«Si perchè bloccano uno dei meccanismi fondamentali della replicazione del virus. Il farmaco antivirale messo a punto dalla Pfizer, quello che dovrebbe arrivare per primo, blocca l'enzima che spezzetta una lunga proteina codificata dal virus in tante proteine più corte, essenziali per il proseguire dell'infezione virale».

I vaccini da soli non sono bastati a traghettarci fuori dalla pandemia.

«No, ma ci hanno protetto moltissimo e stanno continuando a farlo. Sono vaccini estremamente efficaci. Se hanno un effetto protettivo che dura solo per sei-otto mesi non è perchè sono vaccini poco efficaci o che sono stati progettati male. Sono invece le caratteristiche molecolari di questo virus e la sua cinetica di replicazione che, se da una parte non permettono l'induzione di una persistente memoria immunitaria, dall'altra ci aggrediscono con una carica virale molto elevata».

Cioè, il virus corre più veloce dei nostri vaccini?

«Un buon vaccino dà la stessa immunità che dà la malattia. Se ci siamo ammalati di morbillo da piccoli o se abbiamo fatto il vaccino, il morbillo non tornerà più. Con il Covid invece non è così: chi è guarito si può ammalare nuovamente, magari colpito dalla stessa variante. Di fatto, sia in seguito alla vaccinazione sia in seguito alla guarigione dalla malattia si induce una scarsa memoria immunitaria che persiste per un tempo relativamente breve sia nei guariti che nei vaccinati. Per questo il vaccino ha bisogno di richiami ed è bene che anche le persone che sono guarite dopo alcuni mesi si vaccinino».

Quindi servirà la quarta dose?

«Da un lato la quarta dose potrebbe mantenere elevata la protezione. Però non si può pensare di ricorrere ad una serie continua di richiami, perchè si rischia di esaurire la risposta immunitaria.

Quello che è certo è che il vaccino, anche se col passare del tempo non protegge più completamente verso il contagio, continua a proteggere dalle forme gravi della malattia e, assieme ai farmaci che stanno arrivando, ci traghetterà verso una certa normalità».

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