Cronache

Eugenia e Gin, dopo 70 anni si sono "scoperte" sorelle

Una inglese, l'altra italiana: non si erano mai viste né conosciute. L'abbraccio grazie a una nipote "detective"

Eugenia e Gin, dopo 70 anni si sono "scoperte" sorelle

Non è mai troppo tardi era il titolo del programma Rai dove, tra il 1960 e il 1968, il maestro Alberto Manzi insegnava in tv la sintassi grammaticale. In quegli stessi anni c'erano due sorelle (una in Italia, l'altra nel Regno Unito) che erano ignare di quel legame di sangue, ma che la «sintassi sentimentale», dopo ben 70 anni di attesa, ha fatto coniugare per la prima volta grazie al «maestro Manzi» dei nostri tempi: i social. Eugenia e Gin hanno così potuto brindare (un cin cin che - soprattutto a Gin - sarà venuto naturale) alle loro vite parallele che finora non si erano mai incrociate.

L'abbraccio è avvenuto nel ridente paese di Calendasco (Piacenza) che ora avrà certo un motivo in più per sorridere.

Dicevamo del ruolo fondamentale avuto dalla rete nel riannodare i fili della favola: c'era una volta Facebook... È qui infatti che le due sorelle (entrambe ormai nonne) si sono potute finalmente guardare negli occhi, specchiandosi ognuna nei riflessi dell'altra. Fiaba narrata, mirabilmente, dal quotidiano locale: la Libertà di Piacenza.

Una carrambata concretizzatasi tramite l'indubbia capacità investigativa di Clare, figlia di Gin, la quale con pochissimi indizi (roba che avrebbe scoraggiato perfino Sherlock Holmes) ha ricostruito la storia del nonno, Renato Labò, classe 1920. Costui aveva combattuto ad El Alamein dove era stato fatto prigioniero dagli inglesi e, dopo l'armistizio, cominciò a lavorare in una fattoria nell'Essex dove si innamorò di Dorothy, la figlia dei proprietari: dalla loro relazione nacque Gin, cosa che però il signor Labò non seppe mai, perché la guerra finì e lui tornò in Italia dove mise su famiglia.

La madre di Gin decise allora di crescere sua figlia da sola e cancellare il ricordo di quel soldato italiano. Dorothy poi morì e Gin cominciò a interessarsi a quel padre misterioso tornato in Italia. Ricerche su ricerche.

Ma quando sembrava tutto perduto, ecco la mossa vincente di Clare, primogenita di Gin: confrontare il nome del papà con quelli registrati negli archivi del campo di prigionia. Si scopre quindi che c'è un unico «Renato». È lui. Bingo! E da lì - per un segugio come Clare - rintracciare la famiglia originaria di Renato Labò, è fin troppo facile.

E così tutto quel mondo di sentimenti testimoniato fino ad allora solo da una foto in bianco e nero è diventata una splendida istantanea a colore. Ma se alla fine si è venuti a capo dell'arcano, il merito è tutto dell'Agente 007 Clare, con licenza di indagare tra le scartoffie. Step successivo: la telefonata di Clare a Eugenia, la zia ritrovata made in Calendasco, sorella della Gin made in England. Inevitabile, a questo punto, il viaggio dalla Gran Bretagna in Italia per la storica reunion.

«La nostra - spiegano un po' commosse le sorelle - sembra la trama di un film dove al dramma della guerra si mischia la felicità dell'amore e l'imprevedibilità del fato. Non potevamo immaginare però che il destino aveva in serbo per noi un regalo tanto meraviglioso». Ma, appunto, «non è mai troppo tardi»: tanto per le brutte notizie, quanto per le belle; e questa è stata bellissima, imprevedibile e inattesa per tutti. Compresi il sindaco e le «massime autorità locali» che si sono fiondate a casa di Eugenia per una foto-ricordo (o photo opportunity, in onore delle britanniche Gin e Clare) da esporre nella bacheca d'onore del Comune.

Per la Libertà una notizia da prima pagina.

Tutti i dettagli in cronaca.

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