Il falco Bannon silurato da Trump prepara vendette: "Ora sarà guerra"

Per gli storici del futuro la presidenza Trump sarà quella del frenetico turnover

Il falco Bannon silurato da Trump prepara vendette: "Ora sarà guerra"

Roma - Per gli storici del futuro non sarà difficile connotare la presidenza Trump. La ricorderanno, innanzitutto, per il frenetico turn over dei più stretti collaboratori del presidente repubblicano già nel primo anno di mandato. L'ultimo uscito da solo merita i riflettori vista l'importanza del personaggio. Steve Bannon ieri ha impacchettato le sue cose e liberato l'ufficio di chief strategist della Casa Bianca. Dietro tanti dei precedenti «licenziamenti» c'era la sua firma. Per il capo della comunicazione della campagna elettorale di The Donald, uno dei falchi più feroci dell'amministrazione Trump, è venuto il momento dell'impietoso contrappasso. Dietro il suo benservito la sua posizione da isolazionista convinto, invisa alla finanza newyorkese.

I fatti di Charlottesville, poi, hanno accelerato la crisi. Visto che proprio Bannon è considerato il mandante delle dichiarazioni, secondo i media americani, poco ponderate di Trump in difesa dei suprematisti bianchi. Sempre a causa delle gaffes presidenziali ieri si è dimessa in blocco anche la Commissione per le arti e la cultura della Casa Bianca. I membri della commissione proprio non hanno gradito l'equiparazione tra suprematisti e antirazzisti dopo gli scontri in Virginia.

Con Bannon John Kelly, capo dello staff della Casa Bianca, si è liberato dell'ennesimo avversario interno.

L'uscita però rischia di avere delle conseguenze. Bannon non è un tipo pacifico e in un tweet tutt'altro che accomodante, poche ore dopo l'ufficializzazione della sua uscita, ha scritto: «Ora chiamatemi cannone perché la guerra è appena iniziata».

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