Fiducia al dl Cura Italia "Professionisti raggirati"

Ok del Senato, opposizioni contrarie. Denuncia di Fi: «Niente 600 euro a chi ha una pensione»

Fiducia al dl Cura Italia "Professionisti raggirati"

L'idillio, se mai c'è stato, è già finito. Maggioranza e opposizioni si trovano di nuovo divisi sui banchi del Senato, dove si approva con il voto di fiducia il decreto legge Cura Italia, con i suoi 25 miliardi. Il tabellone registra 142 si, 99 no di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, 4 astenuti.

Dopo tre ore di giallo sulla mancata bollinatura della Ragioneria dello Stato, uno scontro su presunte e negate modifiche del testo e una sospensione della seduta, arriva tra dure polemiche il via libera, che passa il decreto alla Camera. L'emergenza coronavirus per un mese ha avvicinato i due fronti nel nome dell'unità nazionale ma, spiega Giorgia Meloni, «il clima di collaborazione da parte del governo è stato un bluff». E nell'aula di Palazzo Madama Salvini, in cravatta rosa, dichiara: «Non votiamo questo decreto perché è una presa in giro per milioni di italiani. Non c'è una lira per sindaci né per medici, la cassa integrazione arriverà solo a fine aprile». Il giorno prima Silvio Berlusconi preannunciava la rottura in un'intervista al Corriere della Sera: «Il governo crede che un'opposizione collaborativa sia un'opposizione servente. Non è così. Hanno respinto tutti i nostri più significativi emendamenti, hanno addirittura posto la fiducia con una scelta a dir poco incomprensibile. Sono loro che ci hanno messo nelle condizioni di non votare il decreto».

La maggioranza difende il governo e il suo provvedimento ma le divisioni interne trapelano dalle parole del dem Luigi Zanda, che loda «decisioni corrette e misure utili» del governo, apprezza l'azione della Ue, ma con una nota stonata chiede al premier Conte di «trovare il tempo di venire in Senato» per una discussione «sul suo progetto per l'Italia».

Il ritorno ad un clima di scontro con le opposizioni rende più acuti i toni del duello tra Anna Maria Bernini e Paola Taverna. «Dobbiamo andare nella direzione giusta - attacca la capogruppo azzurra - e questo decreto non lo fa. Abbiamo visto in questi giorni non una partita ma il gioco solitario del governo». La vicepresidente grillina del Senato replica, con foga. «Le critiche delle opposizioni sono smentite dai fatti e dai riconoscimenti internazionali. Gli incontri sono stati frequenti e siamo stati chiamati alla condivisione». Poi ironizza sulla Lega che, dice, «sarà orgogliosa» dei suoi alleati in Europa che si oppongono ai coronabond, come il premier olandese Rutte. Quando gli altri la contestano, lei con la mano li manda elegantemente a quel paese.

Salvini attacca anche sul piano Ue: «Spero che gli europeisti abbiano capito che se l'Europa è fame, morte e sacrificio non è il futuro che vogliamo per i nostri figli». Poi pretende scuse formali da Berlino per il titolo del quotidiano tedesco Die Welt sulla mafia che aspetta gli aiuti europei e avverte i giallorossi: «Se accetteranno il Mes, porteremo la sfiducia al governo in quest'aula».

«Ennesima vergogna sulle spalle dei tanti professionisti che aspettano da giorni di ricevere la misera cifra dei 600 euro. Il governo inserisce al rush finale una novità che di fatto blocca i pagamenti di parte delle domande di sussidio presentate perché sono stati cambiati i requisiti del bonus. L'indennità spetta agli iscritti in via esclusiva alle Casse private non titolari di trattamento pensionistico», denuncia Giorgio Mulè, deputato e portavoce del gruppi azzurri di Camera e Senato. Mentre è l'azzurra Licia Ronzulli a citare per il centrodestra tutte le proposte «di buon senso, prima accolte con sufficienza e poi bocciate»: distribuzione gratuita di mascherine e guanti, reintroduzione di voucher per il settore agroalimentare, sostegno di mille euro e non 600 per autonomi e liberi professionisti, cedolare secca per affitti commerciali, piano burocrazia zero, fondo nazionale per turismo, doppia mensilità e scudo penale per medici e infermieri. «Siamo stati inascoltati - chiude - e a un mese dal lockdown gli italiani non hanno nulla di concreto».

La prospettiva la riassume il vicepresidente di Fi, Antonio Tajani: «Vedremo che faranno alla Camera e con il decreto di aprile, soprattutto quanto sarà lo scostamento di bilancio, per ora ci sono 25 miliardi noi ne abbiamo chiesti 100, quindi ne sono necessari 75».

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