Fontana attacca: "25 mld? Sono pannicelli caldi"

Il governatore della Lombardia Attilio Fontana attacca il governo: "Credo si cerchi di risolvere le malattie con i pannicelli caldi, che aiutano ma non risolvono”

Fontana attacca: "25 mld? Sono pannicelli caldi"

"Credo che la realtà sia che anche in questo momento si cerchi di risolvere le malattie con i pannicelli caldi, che aiutano ma non risolvono”. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana, intervistato da Radio Capital, è convinto che i 25 miliardi stanziato dal governo per affrontare l’emergenza coronavirus siano del tutto insufficienti perché esiste il rischio concreto che a breve il virus si diffonda anche nelle altre Regioni.

Secondo Fontana, poi, il governo sottovaluta la portata dell’emergenza che sta vivendo la Lombardia: “Ieri ho parlato con un medico che ha fatto tutte le guerre. E dopo aver visitato uno dei nostri ospedali mi ha detto 'non avevo mai visto una cosa del genere, è peggio dell'Iraq e dell'Afghanistan'. Credo che chi non viva direttamente questa situazione faccia fatica a rendersi conto della realtà. A Roma faticano a rendersi conto". A tal proposito, Fontana ritorna sulla polemica delle mascherine non idonee e spiega:“La Protezione civile disse di averci consegnato ben 380mila mascherine. Ma noi ne consumiamo 300mila al giorno”.

In attesa che sorga il nuovo ospedale nella Fiera di Milano, Fontana ricorda che dall’inizio dell’emergenza sono stati creati più di 350 nuovi letti di rianimazione. Ma quel che manca sono i medici: “Speravo che con le call che abbiamo fatto in questi giorni, tra pensionati e specializzandi ci fosse più risposta e invece non c'è stata”, ammette il governatore leghista, preoccupato che il personale attualmente a disposizione stia “cedendo fisicamente”.

Ora il vero problema è che “ci sono ancora troppe persone che girano e che prendono sotto gamba le limitazioni che sono state imposte e fanno la vita di sempre”, ma, nonostante l’indignazione, il presidente della Lombardia non intende tracciare i movimenti dei suoi concittadini con le celle dei loro cellulari. “Non c'è un Grande fratello pubblico – spiega Fontana - si notano solo i grandi flussi ma non c'è nessuna individuazione e nessuna volontà a farlo, volevamo solo cercare di capire quanto si muovessero sul territorio le macchine". Fontana, poi, smonta ogni critica nei confronti del San Raffaele e dice: “Il privato sta dando una mano e cercare di mettere veleno su queste cose è infondato e fuori luogo", ma assicura che l’ospedale che sorgerà in Fiera “è rigorosamente pubblico”, nonostante i “contributi enormi” arrivati da tanti imprenditori. Nessuna obbiezione, poi, all’ospedale da campo che gli alpini vorrebbero montare a Bergamo “ma se non ci sono medici…" è inutile, lascia intendere Fontana che, poi, però, rassicura:“Siamo in contatto con la Croce Rossa cinese che dovrebbe mandare un centinaio di medici con una specializzazione particolare”.

Nel corso del pomeriggio, Fontana, incontrando i giornalisti, ha annunciato che parlerà col premier Conte per sollecitare il governo Conte a “emettere provvedimenti ancor più rigorosi di quanto fatto fino ad oggi", avendo come punto di riferimento il modello cinese.

Dalle pagine del Corriere della Sera, infatti, il presidente della Lombardia aveva ammonito: “Tutta questa gente che si vede continuamente per le strade, da giorni, anzi da settimane ripetiamo di restare a casa, e non è un invito così per dire. Davvero chiediamo alle persone di restare a casa, letteralmente, e non perché ci divertiamo a fare i cattivi ma perché questa è l'unica arma che abbiamo ora per interrompere la catena del contagio diffuso”.

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