Francesca Angeli
Roma Le scuole materne sbarrano le porte ai genitori no vax che chiamano i carabinieri. Ma inutilmente. Come era facile prevedere l'avvio dell'anno scolastico nelle scuole d'infanzia (che per la prima volta precludono l'iscrizione ai bimbi non vaccinati e che i genitori non hanno alcuna intenzione di vaccinare) registra qualche intoppo, momenti di tensione ed episodi decisamente sgradevoli da vedere all'interno di un asilo.
Sulla necessità di chiarire la normativa si sveglia, decisamente fuori tempo massimo, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, che parla di norme confuse e di difficile applicazione. Peccato che il problema sia già stato posto subito dopo l'approvazione della legge sia dall'Anci sia dalle Regioni e siano state emesse, quasi un mese fa, due circolari esplicative sulle modalità operative dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin di concerto con quello dell'Istruzione, Valeria Fedeli.
«La nuova normativa sulla prevenzione vaccinale è confusa», attacca la Raggi che in particolare accusa il governo di aver censurato il modello per l'autocertificazione prodotto dal Comune che prevedeva una casistica diversa da quella della legge aprendo così alla possibilità di non vaccinarsi. «Il ministero non si è accorto che nel resto d'Italia c'è il caos e che per la scarsa chiarezza delle norme ogni amministrazione si regola come ritiene più opportuno», lamenta la Raggi. Accuse respinte dalla Lorenzin che insieme alla Fedeli replica al Campidoglio apprezzando l'adeguamento alla normativa al quale alla fine la Raggi sembra essersi arresa. I due ministri fanno sapere che «stanno attentamente monitorando la corretta applicazione delle nuove disposizioni» e che «interverranno prontamente in tutti i casi di mancata corretta applicazione delle stesse».
Va però detto che la legge e pure le circolari applicative presentano passaggi che si prestano a interpretazioni diverse. E infatti tra i primi a porre questi dubbi è intervenuto il governatore del Veneto, Luca Zaia, che in base all'interpretazione data dai suoi tecnici evidenziava che l'obbligo di produrre la certificazione sull'avvenuta vaccinazione in realtà scatta dal 2019. A quel punto il governo ha chiarito che i genitori possono cavarsela con un'autocertificazione anche della semplice prenotazione della vaccinazione alla Asl. Insomma anche se il bimbo non è vaccinato basta manifestare la volontà di vaccinarlo per ottenere il via libera.
Ma che cosa è successo negli asili che si sono trovati di fronte i genitori no vax? In particolare in un paio di materne a Milano e a Roma alcune famiglie si sono rifiutate di produrre qualsiasi documentazione. I gruppi no vax, minoranza molto rumorosa, hanno però diramato un vademecum su come comportarsi di fronte alla richiesta di documenti, consigliando di chiamare le forze dell'ordine per imporre alla scuola di accettare il bimbo non vaccinato, proprio per affermare il proprio no all'obbligo di vaccinazione. Ma, una volta chiamati, i carabinieri si sono limitati, nel rispetto della legge, a verbalizzare l'accaduto e il piccolo è rimasto fuori. Da sottolineare che, ad esempio, a Milano su 33.000 bambini l'esclusione ha riguardato 19 iscritti.
Comunque, fa notare, l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, anche questi casi avrebbero potuto essere evitati «con il percorso formale di recupero dell'inadempimento», che comunque verrà utilizzato adesso per i piccoli esclusi per convincere «i genitori che possiedono dubbi e resistenze, a vaccinare i propri figli e farli tornare presto a scuola».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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