Coronavirus

Google "spia" 131 Paesi. Al lavoro 4 italiani su 10

Tracciati on line gli spostamenti: la Lombardia si muove più del Veneto, ma meno del Lazio

Google "spia" 131 Paesi. Al lavoro 4 italiani su 10

Anche Google scende in campo nella gestione dell'emergenza coronavirus. L'azienda informatica ieri ha messo a disposizione online quelli che ha chiamato «Covid-19 Community Mobility Reports», un'analisi dei dati - relativi per ora a 131 Paesi del mondo - che il colosso californiano ha a disposizione dagli utenti che hanno attivato sui rispettivi dispositivi l'impostazione che tiene traccia della cronologia delle posizioni, la stessa che permette a Google Maps di informarci su quanto è affollato un certo locale o su quanta probabilità abbiamo di trovare parcheggio nelle vicinanze della nostra destinazione. Si tratta di dati aggregati e resi anonimi - monitorano i flussi di persone, non i singoli, come il sistema delle celle telefoniche attivato da Regione Lombardia - e Google lo specifica più volte: «Per preservare la privacy degli utenti non vengono rese accessibili informazioni che renderebbero identificabile una persona». Ne emerge una fotografia di come sono cambiati gli spostamenti della popolazione (quasi) mondiale nelle ultime settimane, in relazione a una serie di luoghi specifici, dai supermercati agli uffici. Dai dati italiani, aggiornati al 29 marzo e dettagliati anche per Regione, emergono gli effetti della quarantena: il traffico verso «negozi e attività ricreative» si è ridotto del 94% rispetto alla norma (cioè ai valori registrati tra 3 gennaio e 6 febbraio, prima dell'inizio dell'emergenza), quello verso gli alimentari e le farmacie dell'85%, verso i parchi del 90%. Nelle stazioni del trasporto pubblico circola il 90% in meno della gente, i luoghi di lavoro segnano un -63% e le aree residenziali un +24%. L'intenzione, ha spiegato Google, è quella di mettere questi dati a disposizione delle autorità sanitarie nazionali, che possono trarne informazioni utili, per esempio, per rimodulare gli orari di apertura di certe attività. O ancora, il persistere di un buon numero di passeggeri su certi mezzi di trasporto può suggerire di aumentare il numero di treni in quella fascia oraria per garantire le distanze di sicurezza. Se la si vuole vedere, invece, come un modo per accertarsi del rispetto delle restrizioni imposte dal governo, risulta che la Lombardia (-95% di persone nei negozi, -81% negli alimentari e farmacie, -91% nelle aree verdi) continua a muoversi un po' di più del Veneto (che segna rispettivamente -96%, -95% e -91%), ma meno del Lazio, che verso alimentari e farmacie si sposta «solo» il 76% in meno di prima.

Nel frattempo, fa sapere il ministero dell'Innovazione italiano, proseguono i lavori della squadra di 74 esperti chiamati a valutare soluzioni tecnologiche basate sull'analisi dei dati per la gestione dell'attuale emergenza sanitaria, sociale ed economica. Di questi, 8 si stanno occupando di scremare le 319 proposte di app e software per il monitoraggio dell'evoluzione dell'epidemia nel nostro Paese, da attuare appoggiandosi a tecnologie come bluetooth, gps o dati satellitari. Tra le sperimentazioni estere prese a modello c'è quella di Singapore, uno dei Paesi che ha scelto di attivare un sistema di tracciamento delle persone risultate positive al Covid-19. E che però ieri ha ammesso che la tecnologia, da sola, non basta per contenere la pandemia, e ha annunciato che dalla prossima settimana chiuderà le scuole e la maggior parte degli uffici.

«Nonostante il buon funzionamento del monitoraggio - ha detto il primo ministro, Lee Hsien Loong - nella metà dei casi di contagio avvenuti localmente e non importati non siamo riusciti a ricostruire dove e quale sia stata la fonte».

Commenti