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Il governo dà casa ai profughi con i soldi dei contribuenti

Il ministero dell'Interno chiede bi e trilocali possibilmente arredati. Pagano i servizi sociali comunali

Il governo dà casa ai profughi con i soldi dei contribuenti

E adesso, dopo che il ministro Angelino Alfano ha scoperto che con l'operazione Mare nostrum solo dall'inizio dell'anno sono già sbarcati oltre 101mila clandestini, il governo forse ha deciso di correre ai ripari trasformandosi in agenzia immobiliare per cercare casa ai «migranti». E lo fa con la penna dei prefetti, come quello di Monza e Brianza Giovanna Vilasi che ha scritto a tutti i sindaci del territorio per invitarli a sollecitare i residenti a mettere a disposizione le loro case sfitte. Basta Cie, i centri di identificazione ed espulsione, adesso il target di riferimento, si specifica per garantire evidentemente un'adeguata accoglienza, «è costituito da unità immobiliari bi e trilocali, possibilmente arredate». Ma, bontà loro, «possono essere valutate anche soluzioni diverse».

Ma il cuore dell'operazione immobiliare è che a pagare l'affitto saranno le cooperative convenzionate con il ministero dell'Interno. Quindi lo Stato. E dunque tutti noi. Tanto che la Lega, con il deputato Paolo Grimoldi, punta il dito e si oppone. «Finalmente svelato il bluff immigrazione - accusa Grimoldi -. Il Pd dice di aver abolito il finanziamento pubblico ai partiti, ma gli italiani in difficoltà sono sfrattati mentre gli immigrati hanno casa tramite le cooperative sociali del Pd e di Cl. Case pagate con i soldi pubblici di disoccupati e pensionati».

Un'operazione in due tempi quella organizzata dal prefetto Vilasi e documentata dal Cittadino mb e Monza Today , per «garantire un'ordinata gestione dell'emergenza “sbarchi”» per «contenere effetti negativi, quali ripercussioni sui Servizi sociali comunali». E quindi dal prefetto di Monza arriva prima la richiesta ai sindaci di «avviare una ricognizione sui territori per individuare strutture con capienza minima di venti persone che fungano da hub per la prima accoglienza dei migranti in arrivo finalizzata allo screening sanitario, all'espletamento delle principali formalità amministrative e al successivo smistamento presso unità abitative». E qui sta il punto. Perché è lo stesso rappresentante del governo a chiedere ai sindaci di «sensibilizzare i Cittadini (si noti che per l'occasione sono indicati con la C maiuscola, ndr ) a offrire in locazione appartamenti sfitti». Una richiesta fatta a nome del ministero dell'Interno che «alla luce del significativo incrementarsi degli sbarchi», ha attivato «una collaborazione con il terzo settore per l'accoglienza». E così i contratti di locazione (transitori o 4+4) vengono sottoscritti dalle cooperative e «i relativi canoni di affitto sono pattuiti direttamente con i proprietari a prezzo di mercato». Garanzie che non sembra abbiano comunque convinto i proprietari a mettere a disposizione degli extracomunitari i propri appartamenti. Nessuna corsa all'affitto, tanto che la sollecitazione ai sindaci è stata più volte ripetuta. Aggiungendo che ai migranti saranno garantiti, oltre a vitto e alloggio, anche attività collaterali quali corsi di lingua, assistenza legale per la richiesta di protezione internazionale e la «costruzione di percorsi di autonomia individuali finalizzati a una tempestiva emancipazione dal sistema di accoglienza».

Di una «vicenda surreale» parla anche il capogruppo della Lega in Regione Lombardia Massimiliano Romeo. Che punta il dito su «associazioni, cooperative e professionisti che vivono e guadagnano, seppur lecitamente, dall'arrivo di tutte queste persone». Non solo.

«Offuscati dalle nobili parole dei pensatori progressisti e dei buonisti ad oltranza, molti spesso dimenticano che dietro l'immigrazione clandestina si cela un vero e proprio business criminale che, secondo dati Onu, nella sola Europa ogni anno fattura 150 milioni di dollari».

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