Intercettazioni più facili anche per i reati fiscali. È l'effetto del combinato disposto della riforma dei reati tributari, prevista dalla delega fiscale entrata in vigore lo scorso 25 ottobre. Il Grande Fratello del Fisco, pertanto, potrà appoggiarsi anche all'azione della magistratura: le nuove disposizioni di legge, infatti, hanno aumentato le pene per i reati di occultamento e sottrazione delle scritture contabili, che ora vanno da un minimo di un anno e sei mesi a 6 anni, rendendo pertanto nella disponibilità degli inquirenti il ricorso alle intercettazioni ambientali. In ogni caso, l'uso di questo strumento investigativo potrà essere effettuato solo per i fatti commessi dopo l'entrata in vigore della riforma stessa e non retroattivamente.A rivelare il retroscena è stato il quotidiano Italia Oggi che ha anticipato il contenuto di una circolare diramata dal comando generale della Guardia di Finanza, guidato dal generale Saverio Capolupo, nella quale si sottolinea la consueta disponibilità delle Fiamme gialle a coadiuvare l'autorità giudiziaria. In particolare, i reparti sono stati invitati a inviare entro il primo giugno prossimo una relazione nella quale sarà evidenziato l'impatto della riforma sull'azione della Guardia di Finanza.Le ricadute possono essere molteplici, soprattutto se si tiene conto del potere discrezionale in mano ai procuratori e alle polemiche suscitate in larga parte della magistratura dalla riforma del reato di falso in bilancio introdotta lo scorso giugno dal ddl anticorruzione. Per le società quotate in Borsa il massimo della pena prevista (la reclusione va da tre a otto anni, ndr) consente sempre il ricorso alle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni telefoniche. Per quelle non quotate, il massimo della pena di cinque anni esclude tale opzione. È chiaro che, ricorrendo a un'ipotesi di concorso con il reato di occultamento o sottrazione delle scritture contabili, anche l'attività investigativa sulle false comunicazioni sociali cambia prospettiva con tutto quel che ne consegue. Anche dal punto di vista politico.Ulteriori controversie potrebbero sorgere anche nei casi di collaborazione con il Fisco. La legge, infatti, prevede come causa di non punibilità il pagamento spontaneo degli importi dovuti, delle sanzioni e degli interessi (mediante adesione all'accertamento o tramite ravvedimento operoso). Tuttavia, la circolare della Guardia di Finanza evidenzia la «necessità di procedere alla comunicazione di notizia di reato all'autorità giudiziaria», anche se il contribuente si è messo in regola. Il metodo, grosso modo, è quello utilizzato per sollecitare l'adesione alla voluntary disclosure. L'introduzione del reato di autoriciclaggio per le somme detenute all'estero e non regolarizzate dovrebbe, infatti, convincere sull'opportunità della sanatoria per non rischiare di finire nelle patrie galere.D'altronde, fra breve tutti i cittadini saranno sotto il controllo totale dell'Agenzia delle Entrate. Ieri il numero uno dell'ente, Rossella Orlandi, ha partecipato al lancio dell'Anagrafe unica, il cervellone telematico in grado di avere le informazioni identificative di 60 milioni di persone.
Tutto cambierà, ha spiegato Orlandi rilevando che «le informazioni relative alla famiglia anagrafica» permetteranno di effettuare «verifiche sulle capacità contributiva non più legata al singolo contribuente» ma appunto al suo nucleo familiare. E se non basterà il mega database, arriveranno le intercettazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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