Grillo fa il boia dei Benetton E Di Maio evoca la "vendetta"

I leader M5s contro i vertici di Autostrade: concessione via, troppi morti. Il ministro De Micheli: «Niente sconti»

Grillo fa il boia dei Benetton E Di Maio evoca la "vendetta"

È di difficile soluzione. Eppure il grillismo affronta la questione della concessione della rete autostradale con un piglio quantomeno infrequente e dal sicuro effetto giustizialista. Mentre le inchieste amministrativa e penale procedono nel proprio binario naturale, la politica torna a interrogarsi sull'opportunità di confermare o meno la concessione ai Benetton. E su tutte si erge la voce di Beppe Grillo che ieri su Twitter auspicava un «benservito» all'indirizzo proprio della società che gestisce la concessione. Il Blog delle Stelle ha intanto iniziato la pubblicazione a puntate di una Autostrade story.

Già l'anno scorso l'allora ministro Danilo Toninelli aveva tuonato contro i Benetton. E con il crollo del Morandi aveva annunciato che la concessione doveva essere ritirata. Da allora a oggi la situazione non è cambiata. Almeno per i Cinque Stelle che non intendono arretrare. Anche a costo di ignorare tutte le questioni legali che, in uno Stato di diritto come il nostro, non dovrebbero mai essere sottovalutate. Un lusso che il premier (già avvocato) Giuseppe Conte non può permettersi. E a Palazzo Chigi già circola una bozza di un articolato parere della Corte dei conti circa la possibilità di revoca della concessione autostradale in attesa anche del pronunciamento del Tar di Genova, sulla questione più puntale del ponte Morandi. «Capisco Grillo e Di Maio - chiosava ieri sera il premier - e questo governo di sicuro non farà sconti a nessuno».

Andrebbero tenuti nel debito conto anche i pareri dei legali di Autostrade per l'Italia, espressi nel ricorso contro la decisione del governo di affidare al Commissario straordinario la gestione della demolizione e ricostruzione. «Il potere/dovere di Aspi - scrivono i legali - di adottare tutte le misure per il ripristino delle funzionalità delle infrastrutture in concessione non decade nemmeno nel caso in cui la Concessionaria si renda inadempiente rispetto agli obblighi convenzionali». La battaglia legale per togliere la concessione ai Benetton potrebbe essere lunga e tutt'altro che indolore. Purtuttavia la squadra grillina si dichiara pronta a combattere per vedere «vendicate» (espressione uscita inopinatamente dalla bocca del ministro degli Esteri e capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, nel corso di un'intervista radiofonica) le vittime del Morandi. «Tutto il Movimento - commentava Di Maio ieri su Facebook - è determinato in questa battaglia. Sono morte 43 persone perché un ponte da un momento all'altro gli è crollato sotto i piedi. Le loro famiglie ancora stanno piangendo. Chiedono giustizia. Gliela daremo. Costi quel che costi».

A questo punto Di Maio spera soltanto che il nuovo alleato (Zingaretti) sia più accomodante del precedente (Salvini) e legge nelle dichiarazioni della ministra dei Trasporti Paola De Micheli (Pd) una «sponda» interessante. «Il governo non farà sconti agli interessi privati - spiegava la ministra mercoledì in Aula a Montecitorio rispondendo a un'interrogazione di Forza Italia -. L'intero processo (della ridiscussione delle concessioni, ndr) avverrà secondo modalità che garantiscano la piena realizzazione dell'esclusivo interesse pubblico».

«Lungi da me

difendere Autostrade - obietta il presidente di Autonomie locali italiane, nonché sindaco di Pesaro, Matteo Ricci - ma il blocco della concessione rischia di produrre un contenzioso decennale e un blocco degli investimenti».

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