Hiv, chiesto l'ergastolo per l'untore di 33 donne

Teneva le partner all'oscuro del virus. L'ultimo rapporto sessuale il giorno prima dell'arresto

Chiesto l'ergastolo per Valentino Talluto, il 32enne romano accusato di aver volontariamente contagiato diverse donne con il virus dell'Hiv.

Al termine della requisitoria, il pm Elena Neri ha chiesto la condanna massima per Valentino Talluto, il 32enne romano sieropositivo che in decenni avrebbe volontariamente avuto rapporti sessuali non protetti allo scopo di contagiare le proprie partner con il virus dell'Hiv. L'uomo è accusato di epidemia dolosa e lesioni gravissime.

Nel fascicolo si parla di circa una trentina di donne, tre uomini infettati da donne diventate sieropositive a causa del sesso con lui e di un bambino nato da una sua ex partner oggi sieropositiva.

A questi, si aggiungono una ventina di donne scampate all'infezione, tra le quali una che era incinta al momento dei rapporti sessuali con l'uomo, e tre uomini che non hanno contratto il virus pur avendo avuto rapporti a tre con Talluto e le sue partner.

Secondo l'accusa, nessuna delle donne sarebbe stata a conoscenza della sieropositivà del 32enne. Tanto che, alla richiesta dell'uomo di non usare il preservativo per provare maggiore piacere, tutte accettavano.

Durante il processo Talluto ha voluto però fare alcune precisazioni: «Vorrei sottolineare che sono una persona, un ragazzo con un cuore, perché molte volte non è stata sottolineata questa cosa e mi è stato dato solamente dell'untore. Ho dei sentimenti e ho l'Hiv ma non per questo sono diverso dalle altre persone presenti qui».

E poi: «In questi due anni - ha aggiunto l'imputato rendendo spontanee dichiarazioni davanti ai giudici della Corte d'Assise - sono state dette cose non vere, sono stato descritto come un mostro. In realtà non mi sono mai nascosto e tutte le ragazze mi conoscono con il mio nome e conoscono anche i miei amici. Si è detto che avrei voluto contagiare più persone possibili ma se così fosse avrei cercato rapporti occasionali nei locali, tentando di mantenere l'anonimato».

Provato dall'emozione e in lacrime, Valentino ha poi puntato il dito contro quotidiani e telegiornali: «Penso che non sia giusto dare false notizie per occupare le prime pagine e creare un caso, il mio caso. Ho sempre amato le donne con cui sono stato in intimità».

Durante il processo è emersa un'altra circostanza. Quattro delle donne contagiate con il virus dell'hiv si riunirono sotto casa dell'uomo per chiedergli di avvisare tutte le sue partner, già nel novembre del 2014.

«Temevano che potesse continuare a contagiare altre donne - ha spiegato in aula l'ispettore di polizia che ha coordinato le

indagini su delega della procura - .Gli dissero che avrebbe dovuto chiamare tutte e di avvertire che era sieropositivo».

A seguire il processo in aula molte delle donne, vittime dell'imputato che ha evitato i loro sguardi.

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