I grillini blindano «Report» col boicottaggio del canone

La minaccia di Fico (Vigilanza Rai) dopo il polverone scatenato dal servizio sui vaccini. Maggioni in ritirata

Dunque: «Se sospendono Report, gli italiani sospendano il pagamento del canone», scrive su Facebook infischiandosene del paradosso Roberto Fico, che per inciso è il presidente della commissione di vigilanza. E siccome, aggiunge, quella «è una delle pochissime trasmissioni d'inchiesta che fa servizio pubblico», dopo il caso-vaccini l'esponente grillino invita tutti alla protesta. «Siamo pronti ad andare con un vero e proprio presidio sotto viale Mazzini», cioè sotto l'ente che sorveglia per conto del Parlamento, in pratica sotto se stesso. Ma tranquilli, non sarà necessario. «Chiudere Report non è mai passato per la testa di nessuno», spiega Monica Maggioni, presidente della Rai.

Al di là delle stranezze e della confusione dei ruoli, restano le barricate alzate da M5S in difesa da un eventuale «editto bulgaro» deciso da Renzi. L'accusa di disinformazione sul vaccino contro il papilloma virus, sostengono, sarebbe solo un ottimo pretesto per silurare lo scomodo e non allineato Sigfrido Ranucci, diventato un idolo di Cinque Stelle dopo la puntata dedicata ai guai dell'Unità. «Danno a Report l'etichetta del M5S - insiste Fico - però è un'idiozia. Il Movimento non ha programmi suoi o giornalisti in quota. Noi siamo per la libertà di espressione e chiudere la trasmissione, che in queste ore è sotto attacco dei partiti che continuano a fare pressione per sospenderla, sarebbe un atto eversivo. Il partito di Renzi cerca scuse per chiudere tutti quegli spazi che non accettano il pensiero unico». Da qui l'idea di boicottare, eventualmente, il canone, magari tenendo tutti al buio visto che ora si paga attraverso le bollette della luce.

«Nessuno ha mai pensato di chiudere Report», risponde la Maggioni. Il problema, per il presidente della Rai, è un altro. «Non sempre si riesce a capire qual è la forza di quello che facciamo tutti i giorni, a volte non ci si rende conto che, essendo servizio pubblico, le cose che si dicono hanno un effetto dirompente». E nello specifico, «bisogna chiedersi nello specifico se tutte le voci sono state ascoltate, se è stato dato il giusto peso alle posizioni della comunità scientifica».

Quindi, niente colpi di mano, come assicura anche Matteo Renzi. «Questa polemica è un'operazione di distrazione di massa. Io non voglio chiudere Report, voglio che siano vaccinati i bambini. Credo nella scienza, non negli apprendisti stregoni. Mi fido del pensiero dei medici, non degli algoritmi dei portavoce. Seguo il pensiero di Levi Montalcini o di Veronesi, non di Beppe Grillo e delle sue tesi sulla mammografia». Quanto ai grillini, «loro vorrebbero governare il Paese giocando sulla paura delle persone».

E se forse non ci saranno editti, però qualche provvedimento sembra nell'aria. «Non voglio sopprimere niente - dice il consigliere Rai Guelfo Guelfi - ma neppure tenere in vita per forza. Bisogna capire quali sono gli obiettivi di certi prodotti e se vengono centrati, penso se ne debba parlare». E Arturo Diaconale: «La vicenda di Report è emblematica. Il direttore di un giornale ha responsabilità di ciò che pubblica, ma qui dentro chi ce l'ha? In Rai si rischia di non trovare mai il colpevole. Chi fa il programma? Non ha la qualifica di direttore. Il capostruttura? Non è un giornalista e non è in grado di esercitare un ruolo di controllo.

Il direttore di rete? E perché lui?». Conclusione. «Se in Rai si applicasse la regola della carta stampata, si risolverebbe il problema. Il giornalismo di inchiesta è sacrosanto, ma credo anche che vada applicato il principio di responsabilità».

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