RomaEmorragia inarrestabile per il Movimento 5 Stelle. Una fuga preoccupante per Beppe Grillo che nel prossimo futuro potrebbe invece rappresentare una trasfusione vitale per Matteo Renzi e il Pd, soprattutto quando si dovrà votare per il capo dello Stato. Grillo perde tre parlamentari in un giorno solo: si sono dimessi i senatori Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni e il deputato Cristian Iannuzzi, figlio della Simeone. Tutti originari di Latina.
Succede nel giorno del via libera definitivo alla legge di Stabilità (e al ddl Bilancio). Ieri sera infatti la Camera ha varato la Manovra 2015. I voti favorevoli alla Stabilità sono stati 307, i contrari 116. Il nuovo brutto colpo al partito di Grillo arriva dopo quello assestato dalle dimissioni di Tommaso Currò. Soprattutto l'uscita del tesoriere del gruppo a Palazzo Madama, il senatore Vacciano, che fino a ieri guidava le contestazioni in Aula contro il governo. Il senatore pentastellato ha scritto una lettera in cui specifica di dimettersi dal Senato in modo «irrevocabile» ma non dal gruppo M5S, assicurando di non aver alcun interesse ad entrare in altri partiti, né a svolgere attività politica. Di fatto i tre parlamentari resteranno tali finché le dimissioni non saranno accettate dalla rispettive Camere. Un processo lungo che non si concluderà prima delle elezioni del prossimo presidente della Repubblica. E infatti Vacciano nella specifica pure che, pur non condividendo più «le decisioni prese e le scelte organizzative fatte nelle scorse settimane» dal Movimento, continuerà «a rispettare tutti gli accordi sottoscritti sia in termini di voto che di restituzione qualitativa e quantitativa delle eccedenze». Insomma ancora una volta Grillo paga la decisione di aver voluto un direttorio accantonando l'idea dell'uno vale uno. «Non riesco a identificare in questo Movimento alcuni elementi per me fondamentali nei quali credo profondamente - conclude Vacciano -. Ignorare questo fatto vorrebbe dire essere intellettualmente disonesto».
Meno inaspettate le dimissioni di Iannuzzi che all'indomani della nomina del direttorio aveva espresso dissenso. E così i senatori grillini passano da 54 a 37. A questi si aggiungono i deputati, tra gli espulsi e i dimessi, per un totale di 24 parlamentari in meno per M5S. La diaspora non ha però frenato l'ostruzionismo dei Cinque stelle contro la legge di Stabilità, messo in atto prima del voto finale. Giorgio Sorial dai banchi dell'Aula ha accusato il governo Renzi di tenere aperto il Parlamento di notte «per fare le peggio cose». Poi il capogruppo M5S Alessio Mattia Villarosa insieme ad altri sei deputati ha invaso i banchi del governo in segno di protesta nonostante i perentori inviti a desistere di Roberto Giachetti, vice presidente di turno a Montecitorio, che si è quindi visto costretto ad espellere i sette «occupanti». Quando l'assemblea è passata al voto sulle misure sul gioco d'azzardo è ripresa la bagarre. Questa volta è toccato al presidente della Camera Laura Boldrini espellere altri deputati del Movimento.
Altri 8 che avevano tentato di sedersi sui banchi del governo. Nel mirino dei grillini tasse, Equitalia e norme sui giochi. «Il governo fa pagare le tasse agli alluvionati - dice Grillo da Genova - e intanto finanzia il gioco d'azzardo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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