I paletti di Berlusconi a Salvini «Ora condividiamo le scelte»

Summit ad Arcore tra i due leader per sciogliere i nodi sulla Rai e sui candidati alle prossime amministrative

«Condividere le scelte», è il concetto chiave su cui Silvio Berlusconi insiste nell'incontro con Matteo Salvini ad Arcore, alla presenza del braccio destro del leghista, Giancarlo Giorgetti. Il leader di Forza Italia pretende che, se l'alleato leghista vuol restare tale, non rispetti solo il contratto di governo con il M5s, ma anche il precedente patto del centrodestra.

L'affabilità, gli abbracci e le pacche sulle spalle a Villa San Martino non riescono a dissipare la tensione. Anche perché il Capitano si è fatto precedere da dichiarazioni a Canale 5 non proprio distensive. Vorrebbe ottenere il via libera su Marcello Foa alla presidenza della Rai e l'assicurazione di un'opposizione più morbida al governo gialloverde, concedendo in cambio poco o nulla. Però, Berlusconi prova a convincerlo a cambiare cavallo per viale Mazzini («Ma perché vuoi proprio Foa? Scegliamo insieme un altro nome») ed è molto critico sulle ultime mosse dell'esecutivo gialloverde. «Ci sono dichiarazioni che alle aziende italiane, soprattutto in borsa, fanno molti danni - spiega il Cavaliere-, e sembra che dietro non ci sia il caso ma una strategia». Pensa a Mediaset, a Mondadori, ma non solo. Cita le dichiarazioni del grillino Vito Crimi sul tetto alla pubblicità su giornali e tv, che neppure è scritto nel programma di governo, come precisano gli stessi leghisti. Salvini, per il leader azzurro, deve opporsi ad una deriva pericolosa per l'informazione. E poi c'è il banco di prova per il centrodestra delle elezioni regionali. Berlusconi vorrebbe due candidati-governatori, tiene molto al Piemonte, regione del nord e pensa all'Abruzzo o alla Basilicata. A Matera è stato sabato il vicepresidente di Fi Antonio Tajani, che arriva ad Arcore dopo una tappa alla festa Udc di Fiuggi. Il ruolo del presidente dell'Europarlamento è importante: su Foa è il più deciso sulla linea dura, ma Salvini resiste. Berlusconi cerca di alzare la posta, di ottenere posizioni di forza, di garanzia in Rai. Il confronto è difficile. In tv, anche il Milan incassa goal e il clima non è dei migliori.

È da un mese e mezzo che il vicepremier leghista e il Cav non si vedono, dalla visita in extremis mentre Berlusconi faceva i suoi controlli al San Raffaele, la stessa mattina in cui la commissione di Vigilanza Rai bocciò la candidatura di Foa. In mezzo, qualche telefonata e molta freddezza.

Ora, si cerca di riannodare il filo, prima del nuovo round di mercoledì a Palazzo San Macuto, quando sarà discussa la risoluzione di Lega-M5s per ottenere un nuovo voto del CdA di viale Mazzini su Foa. Salvini cerca di assicurarsi poi in Vigilanza i due terzi, con il sì di Fi. Ma gli azzurri non ci stanno a restringere il campo solo al caso Rai. «Il nostro sarà un confronto politico sulle regole che tengono in piedi la coalizione. La volontà di Berlusconi è di rafforzare il centrodestra in una prospettiva a lungo termine: vogliamo capire se Salvini ha la stessa idea», spiega alla vigilia dell'incontro Tajani. Nessun mercato delle vacche, ma un accordo complessivo.

«Vogliamo andare uniti in tutte le Regioni. Ma finora non c'è stata nessuna trattativa nel merito, né sul nome di Foa», precisa il vicepresidente azzurro. E insiste sulla necessità di «una svolta», con la fine del «matrimonio a tempo» con il M5s.

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