Coronavirus

Incubo giallo sulle vacanze. Per Sardegna e Sicilia sarà un agosto di restrizioni

Un agosto in giallo? Il rischio c'è. Un pugno di regioni italiane iniziano ad avvicinarsi ai valori che fanno sprofondare nella zona gialla secondo i nuovi parametri ridisegnati qualche settimana fa dal ministero della Salute

Incubo giallo sulle vacanze. Per Sardegna e Sicilia sarà un agosto di restrizioni

Un agosto in giallo? Il rischio c'è. Un pugno di regioni italiane iniziano ad avvicinarsi ai valori che fanno sprofondare nella zona gialla secondo i nuovi parametri ridisegnati qualche settimana fa dal ministero della Salute, contenuti nell'ultimo decreto Covid che entrerà in vigore il 6 agosto, che trascurano l'andamento dei contagi e si concentrano sull'occupazione degli ospedali.

A rischiare sono soprattutto la Sardegna e la Sicilia. La prima con 19 pazienti Covid-19 ricoverati in terapia intensiva sui 196 posti disponibili sfiora con il 9,69 per cento quel valore del 10 per cento che fa scattare il «cartellino giallo». La Sicilia ha 338 ricoverati in area non critica su 2.969 posti disponibili, e con la percentuale di occupancy dell'11,38 si avvia a raggiungere quel tetto del 15 da fascia critica. Per la Sardegna basterà che il numero di pazienti in terapia intensiva aumenti solo di uno nei prossimi giorni per fare scattare la zona gialla, per la Sicilia i ricoverati in reparti ordinari dovrà crescere di 108 unità perché si verifichi il disastro. Insomma, chi ha programmato le sue ferie estive nelle isole maggiori, che sono sempre molto gettonate, vede allungarsi un'ombra molto scura sulle proprie vacanze. E molti hanno cancellato le prenotazioni fatte nei mesi scorsi. L'estate della ripresa rischia di diventare l'ennesima falsa partenza.

Non sono messe benissimo nemmeno la Calabria (9,42 per cento di area non critica), la Liguria e il Lazio (rispettivamente 5,61 e 5,30 per cento di terapie intensive). Si tratta di regioni tutte ad alta vocazione turistica e questo non può essere un caso: dove si arriva con la valigia piena di costumi e crema abbronzante il virus circola più facilmente a causa di feste e relax. L'unica possibile eccezione è quella del Lazio, che sembra pagare soprattutto gli assembramenti per le partite di Euro 2020 e le feste per la vittoria della nazionale di Mancini, con tanto di pullman coi calciatori a zonzo per le strade del centro di Roma. Le medie nazionali sono del 3,95 per cento per l'area non critica e del 3,01 per le terapie intensive. Ieri i pazienti in area non critica sono aumentati di 126 e quelli in terapia intensiva di 9. In 11 giorni l'aumento è stato rispettivamente di 766 e 94.

Naturalmente anche l'aumento dei contagi, pur se ora meno fatidico, preoccupa. Ieri sono stati registrati 4.845 nuovi casi, in aumento rispetto ai 3.190 di lunedì (dato come sempre condizionato dal rallentamento dei tamponi domenicali), ma soprattutto rispetto al martedì della scorsa settimana (3.558). Per trovare un martedì con più casi dobbiamo tornare a quasi tre mesi fa, all'11 maggio, quando furono 6.946. Aumenta la percentuale dei tamponi positivi rispetto a quelli totali (che ieri sono stati 209.719), che si attesta al 2,31 per cento, in aumento rispetto al martedì precedente (1,87). I contagi dell'ultima settimana (dal 28 luglio a ieri) sono 38.355 e l'incidenza è di 64,73 casi ogni 100mila abitanti. Anche in questo caso alcune regioni sono messe peggio di altre: la Sardegna (134,90), la Toscana (115,86), la Sicilia (95,50), il Veneto (94,01), l'Emilia-Romagna (82,94), l'Umbria (82,08) e il Lazio (79,85).

Ieri i morti sono stati 27, il numero più alto dal 5 luglio, quando furono 31.

I decessi sembrano essersi stabilizzati e questo può voler dire due cose: che la variante delta è piuttosto innocua oppure che l'effetto della quarta ondata deve ancora farsi sentire sul più lugubre dei conteggi.

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