L'Austria manda 70 soldati al Brennero

Irritazione del Viminale: «Ingiustificato». Gentiloni scrive a Junker

L'Austria militarizza la frontiera del Brennero in chiave anti-migranti. Poi spiega, minimizza, confonde le acque. Ma fa comunque infuriare l'Italia.

Sono 70 i militari che Vienna ha deciso di dispiegare in un'area di circa 30 kmq alla frontiera con l'Italia. Personale che, specifica il capo della polizia del tirolo Helmut Tomac, serve solo ad «aiutare la polizia a monitorare i movimenti di migranti» a causa dell'aumento registrato a luglio di migranti che cercano di entrare in Austria dal Brennero a bordo di camion. Secondo Vienna dunque non si tratterebbe di panzer e non si tratterebbe di dar seguito all'annuncio di qualche settimana fa da parte del ministro della Difesa autriaco Hans Peter Doskozil di schierare «militari e corazzati per difendere la frontiera». Anzi, la militarizzazione del Brennero servirebbe «a salvare vite umane».

Rassicurazioni che non convincono l'Italia. Secondo il ministero dell'Interno si tratta di una misura «sorprendente e non giustificata» da una situazione «assolutamente tranquilla». Secondo il Viminale anzi l'Austria a tutt'oggi non ha accolto neanche un richiedente asilo malgrado il primo ministro Wolfgang Sobotka nel marzo scorso avesse annunciato l'impegno ad accettarne da Grecia e Italia, evitando così la procedura d'infrazione che la Commissione Ue ha attivato per Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Dei 8129 ricollocati a tutto il 10 agosto una buona parte è finito in Germania (3215), poi in Norvegia (816), Svizzera (751), Paesi Bassi (714) e in altri Paesi europei ma non in Austria, che avrebbe approvato solo 15 richieste in attesa di transfer (altre 15 sono ancora da approvare). Fa sorridere quindi l'invito del ministro dell'Interno Marco Minniti alla polizia di collaborare con i colleghi austriaci per non «pregiudicare il positivo lavoro di cooperazione che quotidianamente viene svolto e che sinora ha prodotto eccellenti risultati».

Ieri Paolo Gentiloni ha risposto alla lettera del presidente della comissione europea Jean-Claude Juncker del 25 luglio scorso: «È necessario, come voi stessi sottolineate - ha scritto il premier italiano - un maggior sforzo europeo per affrontare il fenomeno migratorio che ha una dimensione strutturale e riguarda l'intera Ue. L'Italia non sta risparmiando energie per rispondere, con una mobilitazione nazionale, alle sfide dei flussi migratori.

Apprezziamo la determinazione della Commissione europea a essere al fianco dell'Italia e a mantenere un dialogo costante con le autorità italiane, attraverso il gruppo di contatto permanente coordinato dai vostri Gabinetti a Bruxelles».

AnCu

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