Se Sergio Mattarella lavora per individuare un «governo neutrale», il forno di destra, quello composto da Lega e Cinquestelle, tenta di attizzare il fuoco e aumenta il pressing per far compiere a Silvio Berlusconi quel passo di lato che consentirebbe la nascita del governo «gialloverde». Ritornare allo schema della prima tornata di consultazioni è tutt'altro che semplice, si cammina su un asse fragile e sottile, ma il Carroccio prova a percorrere questa strada.
«Se Silvio Berlusconi vota il governo del presidente l'alleanza finisce» dice il capogruppo alla Camera della Lega, Giancarlo Giorgetti. «Votando a luglio c'è un rischio di astensione ma siamo contrari al voto a settembre, perché bisogna dare presto un governo che rispetti i desiderata degli italiani. Continuiamo a chiedere a Berlusconi un gesto di responsabilità per aiutarci a dare un governo al Paese, cercando una forma di presenza di Forza Italia che sia compatibile con il governo con il Movimento Cinquestelle». Una richiesta che equivale a una rottura del centrodestra? «Non rompiamo la coalizione, ci siamo presentati come centrodestra unito, teniamo fede a quell'impegno per coerenza, ma forse c'è qualche soluzione che permetta di rispondere alle attese degli italiani che chiedono un governo politico. Il rischio di un'astensione forte c'è con il voto a luglio, ma noi abbiamo fatto di tutto per dare un governo politico. Non esistono governi neutrali».
Se Silvio Berlusconi riflette ad Arcore, un segnale ufficiale arriva da Mariastella Gelmini che pronuncia il suo «no»: «Oggi chiedere a Forza Italia di dare l'appoggio esterno mi pare una domanda malposta che non può che avere una risposta negativa». Gian Marco Centinaio, ai microfoni di Agorà su Rai Tre, prova allora a proporre una sorta di simmetria del passo indietro: «A Di Maio e Berlusconi chiediamo: fate un passo laterale, andiamo da Mattarella tutti insieme e troviamo una soluzione politica».
In serata Matteo Salvini dice la sua, parlando con Affaritaliani. Può ancora nascere un governo tra la Lega e i Cinquestelle? «Lavoro fino all'ultimo minuto per far partire un governo, e qualche possibilità ancora c'è, altrimenti da domani l'unica cosa che si può chiedere è la data delle elezioni. Il prima possibile perché gli italiani hanno fretta». Ma se nasce il governo di servizio di Mattarella? «Non nasce. Ha solo i voti del Pd, i voti dei perdenti. O nasce un governo politico o la cosa più seria da fare è fissare nuove elezioni. Così prendiamo la maggioranza da soli». Quanto alla possibilità che Berlusconi accetti di dare l'appoggio esterno a un esecutivo targato Lega-M5s, spiega: «Non do lezioni e consigli agli altri. Ognuno sta facendo le sue valutazioni. Noi siamo sempre rimasti in mezzo e coerenti». Contatti ancora in corso con Di Maio e i Cinquestelle? «No, io oggi son stato con mio figlio», conclude Salvini. E in serata a Porta a Porta Giorgetti allarga il campo di chi è chiamato a sacrificare qualcosa, tirando in ballo anche Di Maio. «Giovedì sarà l'ultimo minuto, anzi l'ultimo secondo: la speranza o fiorisce o sparisce.
Gli spazi ci sono se Di Maio da una parte e Berlusconi dall'altra fanno uno sforzo per rispondere alle aspettative della gente. Non capisco il pregiudizio di Di Maio verso Berlusconi. Tutti ci chiedono un governo. Forza Italia può anche contribuire, non deve necessariamente andare all'opposizione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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