Long, l'ex marine con il male oscuro

Decorato a Kabul, il 28enne soffriva di sindrome da stress post traumatico

Long, l'ex marine con il male oscuro

Il killer di Los Angeles è un ex marine, che dall'Afghanistan si è portato a casa il male oscuro di tanti veterani, la nevrosi da combattimento. Ian David Long, 28 anni, viveva poco distante dal locale della strage con la madre, ma da tempo dava segni di squilibrio. Si è arruolato nei marines a 18 anni ed è rimasto nel corpo più glorioso delle forze armate americane fino al 2013. La foto di Long con i capelli rasati a zero e la maglietta color sabbia appena arrivato in caserma mostrano il volto di un bravo ragazzo pronto per l'avventura. I marines vengono arruolati giovanissimi e prima dei 30 anni sono dei veterani. Long ha servito in Afghanistan dal 16 novembre 2010 al 14 giugno 2011 ed è stato decorato per le azioni in combattimento. Le fotografie del killer di Los Angeles durante la missione afghana non lo ritraggono sotto il fuoco. In uno scatto è accanto a un gippone corazzato impantanato nel fango. In un'altra foto con elmetto e mimetica spunta dallo zaino un cagnolino bianco. Sembra sempre rilassato, ma lo sguardo cambia diventando duro e triste al rientro in patria quando indossa l'uniforme di cerimonia in un cimitero probabilmente militare.

Nei marines ha servito per cinque anni facendo anche l'istruttore nella base usa di Okinawa, ma prima della strage ne sono passati altri cinque. Nel 2017 Long aveva scritto sul forum di ex delle forze speciali ShadowSpear, che faceva l'allenatore di atletica «ma non era la carriera per me».

Il veterano impazzito non aveva un lavoro stabile e la nevrosi da combattimento deve avergli consumato il cervello poco alla volta. La polizia locale sapeva che non stava bene. Long, secondo lo sceriffo, era rimasto vittima di percosse nello stesso locale, sembra in maniera casuale. Lo scorso aprile i vicini hanno chiamato gli agenti perché stava andando in escandescenza a casa sua. Sul posto si è recato uno psicologo delle forze dell'ordine, che lo ha trovato alterato e irrazionale. Lo specialista avrebbe parlato con Long dei disturbi post traumatici dovuti alle esperienze di guerra senza giudicarli così gravi da ordinare un ricovero.

Negli Stati Uniti ci sono 20 milioni di veterani. Nelle missioni dal 2001 in poi fra l'11% e il 20% dei militari soffrono di Ptsd, stress post traumatico da combattimento. Insonnia, incubi che ti fanno rivivere la prima linea, gravi problemi con i familiari, uso di droghe, depressione, isolamento: sono tutti segnali del male oscuro della guerra, che avrebbe fatto scattare la molla assassina.

L'ex marine si è vestito di nero e ha fatto incetta di caricatori per la sua pistola Glock calibro 45. I sopravvissuti raccontano che ha lanciato anche dei fumogeni, come se fosse in battaglia.

Long sparava con precisione senza dire una parola, un proiettile dopo l'altro, ma di fronte aveva solo degli studenti che volevano divertirsi non i tagliagole talebani. Alla fine deve essersi reso conto che non era in Afghanistan, ma a casa sua con le mani sporche di sangue e si è tirato un colpo in testa.

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