Politica estera

Lula si svende alla Cina "Ora nuova guida globale". Berlino punge Pechino su diritti umani e Taiwan

Il leader brasiliano da Xi. L'idea: yuan al posto del dollaro. Missione Baerbock

Lula si svende alla Cina "Ora nuova guida globale". Berlino punge Pechino su diritti umani e Taiwan

Piaccia o no, la Cina continua ad essere centrale per gli equilibri internazionali e non solo per una eventuale soluzione del conflitto in Ucraina. Non è un caso che delegazioni di tutto il mondo stiano incontrando i leader dlò Dragone. Dopo, tra gli altri, Putin e Macron, è il turno del presidente brasiliano Lula e della ministro degli Esteri tedesca Baerbock.

Lula cerca un partner e di fatto si genuflette al più potente partner invocando «un'intesa non solo commerciale, ma che si spinge fino all'idea di «cambiare la governance globale» con anche l'ipotesi di mettere fuori gioco il dollaro e consenta alla Cina di entrare con lo yuan in Sudamerica. Ma ben più importante è la posizione di Xi Jinping a tema bellico. «Il dialogo e i negoziati sono l'unico modo per risolvere la crisi ucraina. La Cina è disposta a continuare a lavorare per la pace e spera che tutte le parti interessate rimangano obiettive e calme, e lavorino insieme per risolvere la crisi attraverso i negoziati», ha spiegato il portavoce del ministro degli Esteri Wang. Sul tema delle armi, netto il ministro Gang. «La Cina non venderà armi ad alcuna delle parti coinvolte nella guerra in Ucraina», ha assicurato, nonostante le accuse arrivate da Kiev. Secondo il governo ucraino «si sta trovando un numero crescente di componenti provenienti dalla Cina nelle armi russe usate in Ucraina». Gang, ha incontrato in Uzbekistan il suo omologo russo cambiando un po' i toni e confermando l'ambiguità di Pechino dicendo che «non esiste una panacea per risolvere la crisi in Ucraina».

Ma se il clima tra Lula e Xi era ottimo e anche un po' prostrato, meno amichevole è stata la visita della Baerbock che prima ha chiesto a chiare lettere a Pechino di spingere la Russia a fermare la guerra, poi ha attaccato frontalmente sia sul tema dei diritti umani che sulla questione Taiwan: «Una riunificazione con la forza dell'isola alla Cina non sarebbe accettabile per gli europei», ha detto, mentre a Taipei cresce l'apprensione dopo la maxi esercitazione cinese che ha di fatto mostrato con quanta semplicità può accerchiare l'isola. Intanto, vuoi per propaganda, vuoi per tastare il terreno, il ministro della Difesa cinese Li Shangfu ha ufficializzato la prossima visita in Russia dal 16 al 19 aprile, quando incontrerà i vertici militari russi.

Un ulteriore monito alla Cina arriva dall'Alto rappresentante dell'Ue per la politica Estera Josep Borrell: «Non sono qui per dare lezioni o consigli alla Cina. Ho troppo rispetto per la sua indipendenza e sovranità.

Tuttavia, vorrei dirlo in tutta amicizia: sarà estremamente difficile, se non impossibile, per l'Unione europea mantenere un rapporto di fiducia con la Cina, che mi piacerebbe, se la Cina non contribuirà alla ricerca per una soluzione politica basata sul ritiro della Russia dal territorio ucraino».

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