L o sciopero del venerdì, alla vigilia del weekend, è stato finora un classico del sindacalismo tricolore. Ma stavolta la Cgil è andata oltre: proclamando lo sciopero generale di 8 ore per il 5 dicembre, ha inaugurato l'era dello «sciopero ponte». Aziende chiuse per quattro giorni, dal venerdì di protesta al lunedì di festa. L'8 dicembre ricorre infatti la festività dell'Immacolata. Un bel colpo finale per il Pil di quest'anno, già previsto sottozero.
Non tutte le ciambelle finiscono però col buco. Sui social network , l'ironia sullo sciopero «strategico» si spreca. C'è chi parla di «ponte geniale», e c'è chi invita la Cgil a fare lo sciopero di mercoledì. «Che bella data, siete la rovina del Paese», si legge su Twitter , dove trova spazio anche l'hashtag «#scioperoimmacolato». «Fate uno sciopero anche il 29 e 30 dicembre e il 2 gennaio», ironizza un utente. Poi arrivano gli attacchi politici. Il senatore del Pd Francesco Scalia lo definisce «uno sciopero politico, indirizzato contro il governo Renzi, ma che strizza anche l'occhio al calendario». Aggiunge Ernesto Carbone, componente della segreteria del Pd: «Il ponte è servito».
Insomma, per la Cgil è un flop mediatico senza precedenti, che costringe il sindacato di Susanna Camusso e Maurizio Landini a repliche, in verità piuttosto deboli. In molte aziende il sabato si lavora, ricordano al sindacato di Corso d'Italia. Più aggressivo Landini: «Sciopero ponte? Mi fa solo ridere, è una sciocchezza. Lo sciopero costa al lavoratore, e bisogna farlo quando il momento è buono. Guardate le piazze: sono strapiene».
Lo sciopero contro la legge di Stabilità non convince tuttavia gli altri sindacati. Il governo ha convocato i vertici sindacali il 17 novembre per discutere dei contratti del pubblico impiego. In attesa dell'esito di questo confronto, Cisl e Uil pigiano sul pedale del freno, e per il momento non accolgono l'invito di Susanna Camusso a unirsi allo sciopero generale del 5 dicembre. «Per noi l'oggetto del confronto col governo è il rinnovo del contratto per tutti i dipendenti pubblici», chiarisce il segretario cislino Annamaria Furlan, declinando di fatto l'invito della Cgil. Anche la Uil si muove con prudenza, attendo l'esito dell'incontro sui contratti pubblici convocato dal ministro Marianna Madia.
Sempre più schiacciata sulla frangia estremista del sindacato rosso, la Fiom guidata da Maurizio Landini, la Camusso non può più uscire dalla trappola del «muro contro muro». Cerca di fare dell'ironia su Matteo Renzi: «Siamo sempre pronti a farci stupire dagli effetti speciali, ma dubito che il governo decida un cambiamento strutturale della legge di Stabilità». Dunque, sciopero generale, e se tante aziende annaspano per la crisi, tanto peggio.
Il leader dei metalmeccanici e la Camusso vanno insieme alla prova di forza con il governo. Giocano sul malcontento dovuto alla perdurante crisi economica e propongono ricette impraticabili come una «patrimonialona», i cui proventi dovrebbero essere destinati alla creazione di ipotetici posti di lavoro. A spalleggiare la Cgil è rimasta, sul fronte politico, solo l'ultrasinistra. Nichi Vendola annuncia che lo sciopero generale è «benvenuto», e che Sel «sarà in piazza col sindacato». Entusiasta quel che resta di Rifondazione comunista.
L'ala sinistra del Pd si augura che lo sciopero abbia successo. Rosy Bindi attacca i renziani, accusandoli di alimentare «il qualunquismo peggiore. Lo sciopero -aggiunge - merita rispetto». Ma con questi compagni di viaggio quanta strada potrà fare la Cgil?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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