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Mattarella dà l'ultimatum: "Governo neutrale". Ma resta col cerino in mano

Il capo dello Stato boccia il voto in estate e chiede responsabilità: "Governo neutrale fino a dicembre o voto in autunno". Ma resta solo: con lui solo il Pd, gli voltano tutti le spalle

Mattarella dà l'ultimatum: "Governo neutrale". Ma resta col cerino in mano

Niente voto prima dell'estate. Almeno per ora. Al termine dell'ennesima consultazione, che si conclude con l'ennesimo nulla di fatto, Sergio Mattarella dà una strigliata alle forze politiche ponendo l'ultimatum. "A questo punto - scandisce - è doveroso dar vita un nuovo governo". Quello che propone ora il capo dello Stato, è un esecutivo di garanzia, il più neutrale possibile, con ministri che non si candidino poi alle prossime elezioni. Nel caso in cui non dovessero saltare fuori nuovi accordi, allora gli italiani torneranno alle urne. In autunno, però. Non certo in estate. Un azzzardo che lo lascia col cerino in mano. Tutti i partiti, infatti, gli voltano le spalle. E ora è ancor più solo di prima.

"Sarebbe la prima legislatura a finire senza nemmeno partire". Mattarella lo fa subito presente dopo una lunga giornata di consultazioni vane, terminata con la richiesta di Matteo Salvini e Luigi Di Maio di andare al voto il prima possibile, magari già l'8 luglio. Una richiesta che il Quirinale spazza subito via dal campo trovandola irrealizzabile e per nulla risolutiva per lo stallo politico che è venuto a crearsi lo scorso 4 marzo. Al termine dei tre giri di consultazioni, il presidente della Repubblica cerca di fare sintesi di quello che è accaduto "nel corso delle settimane", in occasione della "verifica concreta, attenta e puntuale di tutte le possibili soluzioni in un Parlamento contrassegnato, come noto, da tre schieramenti nessuno dei quali possiede la maggioranza". Dunque, l'esito di questa crisi avrebbe dovuto essere che "necessariamente due di essi" si alleassero, ma "non è riuscito tra centrodestra e M5s, non ha avuto esito la proposta M5s di un governo solo con la Lega, si è rivelata impraticabile quello tra M5s e Pd", mentre è stata "sempre affermata, da entrambe le parti, l'impossibilità di un'intesa tra centrodestra e Pd".

Adesso il premier Paolo Gentiloni e il suo governo escono di scena. "Non possono ulteriormente essere prorogati, in quanto espressi, nel precedente Parlamento, da una maggioranza che non c'è più", chiarisce Mattarella ricordando che "è doveroso dare vita a un nuovo esecutivo" perché il Paese "non può attendere oltre". E, pur continuando ad "auspicare un governo con pienezza di funzioni, che possa amministrare il Paese senza le limitazioni di un governo dimissionario, ma a titolo pieno", in modo da rappresentare il Paese anche in Europa, il capo dello Stato invita i partiti ad "approfondire il confronto" e nel frattempo a mettere in campo un governo "di servizio, neutrale rispetto alle forze politiche" (guarda il video). Un esecutivo che, qualora "si formasse una maggioranza parlamentare, si dimetterebbe con immediatezza per lasciare campo libero" a quello politico.

L'ultimatum di Mattarella, però, non piace affatto ai partiti. Dai quartieri generali del Carroccio e del Movimento 5 Stelle viene reiterata la proposta di andare alle urne quanto prima. Anche Forza Italia si dice pronta alle elezioni, anche se preferirebbe posticipare all'autunno. Soltanto il Partito democratico si schiera al fianco dell'inquilino del Colle. Tra i dem c'è la consapevolezza che i rapporti di forza in campo non saranno molto diversi da quelli visti il 4 marzo. Anzi, il timore è che "a rimetterci di più tra le forze politiche sia proprio il Pd".

E così a tendere la mano al capo dello Stato rimane solo che si rifiuta di staccare la spina per non soccombere definitivamente.

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