La fa rinascere ogni giorno. Daccapo. La loro storia e sua moglie. Alberta ha 92 anni, soffre di Alzheimer e non ricorda più nulla. Neppure la faccia di suo marito con cui è sposata da cinquantacinque anni. Lo fissa con la nebbia sugli occhi e nei ricordi, gli sorride anche, ogni tanto.
Ma non sa più a chi si rivolge, né tantomeno perché. E allora Giovanni rifà tutto ogni giorno. Scrive la loro vita insieme, la imbottisce di viaggi, figli, nipoti, lacrime, cene e amici: la ripercorre con pazienza e nostalgia, la mette nero su bianco e la legge ad Alberta. Per riportarla dov'erano assieme, nella vita che hanno fatto assieme. E sta lì, racconta il Messaggero Veneto, a spiare anche solo qualche lampo, qualche barlume dietro allo sguardo opaco. Le porta il caffè a letto ogni mattina, si siede sul bordo e inizia a leggerle la loro vita. L'ex militare in pensione e la sua bella. Lui che le stira le camicie e la tiene in ordine e l'accudisce. Lui che non si rassegna ad averla senza averla più. Ogni giorno si sgretola via tutto e lui lo ricostruisce. Con parole e carezze e ricordi.
Non si perde e non si abbatte, Giovanni. Anche se talvolta stenta a trovare una sistemazione logica per ciò che sta accadendo. È il copione di un film la storia di questi due coniugi di Udine. Sembra il copione de Le pagine della nostra vita, solo che lì lui è prima Ryan Gosling, da giovane, poi James Garner, da anziano. E quello è un film, appunto. Nella realtà i giorni sono lunghi, e anche i silenzi durano di più. E poi ti lacerano certe parole, certe consapevolezze improvvise che squarciano l'esile impalcatura che ti sei costruito attorno per non cadere. Frasi che ti scavalcano la schiena, mentre sei chino sul lavabo con i piatti in mano: «Chi ti ha fatto entrare? Non ti conosco». E allora capisci che devi ricominciare tutto daccapo e che sei solo, anche se vivi per qualcuno. Che dietro a quella sagoma famigliare, con cui sei stato una cosa sola, non abita più nessuno. Nessuno che sia tua come può esserla stata una donna nella quale hai riposto i tuoi figli.
È una storia romanticissima e drammaticissima quella di Giovanni. Di amore ostinato, che sono i migliori, ma solo per chi li «subisce». Porta avanti la vita «per» due Giovanni, la vita «di» due. Anche tutta quella che è già successa. La salva ogni giorno dall'oblio, la prende in braccio, la pulisce, la spolvera, la lucida. La mette in ordine per anni e ricordi e amori. E poi la scrive, la rende bella e sincera per Alberta che ogni tanto gli sorride. A pagina ottantasette, al ricordo numero cinque, al terzo nipote o chissà. Ci sono giorni buoni e giorni meno buoni.
Sia dei vecchi che dei nuovi. E li sistema, se li carica sulle spalle tutti Giovanni, per due. Non gli importa, è felice della fatica e quando la guarda, quando guarda Alberta se lo dimentica che è da solo anche se lei è lì con lui.
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