Il più duro è stato Carlo Freccero, consigliere Rai in quota grillina. Ieri, davanti alla Commissione parlamentare di vigilanza sull'azienda di Stato che ha convocato i consiglieri per il caso Fazio, ha chiesto che venga modificato il contratto siglato dai vertici Rai con il conduttore: 2,2 milioni di euro all'anno per condurre 64 serate di Che tempo che fa su Raiuno, di cui la metà in prime time e l'altra in seconda serata. Freccero nell'ultimo consiglio in cui sono stati approvati i palinsesti della prossima stagione ha abbandonato l'aula in segno di protesta contro tutta la programmazione.
«Io chiedo al presidente e a tutti di intercedere presso il dg perché si possa rimettere in gioco il contratto di Fabio Fazio», ha chiesto il consigliere. «Come si può pensare che Che tempo che fa non venga distrutto da questa campagna e possa sopravvivere all'audience? Nessuno si è alzato per difendere il valore di Fazio». Il consigliere Arturo Diaconale, vicino al centrodestra, ha rivelato di aver approvato il cachet di Fazio (ma non il resto dei palinsesti) quasi sotto costrizione, avendo il dg Orfeo comunicato che, in caso contrario, il presentatore avrebbe lasciato la Rai avendo pronto già un altro contratto. Cosa che, poi, non si è rivelata vera, almeno per quanto riguarda La7 (non si sa per gli altro broadcaster) che ha smentito di aver mai fatto offerte concrete.
«Se non avessimo avallato quel contratto - ha spiegato scatenando le proteste di Giuseppe Airola (M5S) e Renato Brunetta (Fi), durissimo contro il cachet che non tiene conto della legge sul tetto agli stipendi - ci saremmo trovati a rispondere personalmente del danno provocato alla Rai, dall'averla messa fuori dal mercato». Concetto, del resto, ribadito dalla presidente Rai Monica Maggioni, che ha addirittura ammesso che quella da loro stessi presa, non è stata la scelta migliore. «Io - ha spiegato - non ho visto il contratto che la concorrenza aveva offerto a Fazio. In fondo chi è che ti fa vedere una cosa del genere? Non ho dubbi, comunque, sul fatto che quel contratto esistesse. Comunque c'è un'azienda con 13mila dipendenti e uno scossone in termini di ascolti (generato dal caso in cui la Rai avesse perso Fazio, ndr) avrebbe potuto tradursi in problemi seri e sistemici. E noi non ce la siamo sentiti di affrontarli. È stata la scelta migliore? No, ma avere un mirino per piccioni addosso non è la condizione migliore per lavorare». Insomma, alla fine, pure chi ha deciso di siglare quel contratto che ha generato tanto scandalo cerca di giustificare l'operato date le condizioni difficile. Del resto la responsabilità finale resta del direttore generale Mario Orfeo che ha dovuto, in pochissime ore, essendo da poco subentrato a Campo dall'Orto, risolvere questioni molto spinose. Anche se, tra un problema e l'altro, ha avuto il tempo di decidere la chiusura de L'Arena di Giletti e il trasferimento del giornalista a fare l'intrattenitore negli show musicali del sabato sera.
Durissime le reazioni politiche al confronto avvenuto in Vigilanza. Maurizio Gasparri di Forza Italia ha chiesto che il contratto di Fazio venga stracciato. «Il costo complessivo di 20 milioni in quattro anni non si giustifica né con la durata del mandato né con i contenuti della trasmissione. Peraltro la domenica sera la Rai sulla rete ammiraglia trasmette fiction di grande ascolto, dal 18 al 40 per cento di share.
Il programma di Fazio abitualmente si attesta sul 10, 12 per cento e anche la promozione su Rai Uno non gli consentirebbe di superare il 15 per cento, con ulteriore grave perdita economica per la Rai in termini di raccolta pubblicitaria».Oggi a Milano ci sarà la presentazione dei palinsesti ai giornalisti, presenti le star aziendali. Fazio è atteso al varco...
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