Milano. Una trentina di anarchici, particolarmente tranquilli o comunque - dopo le perquisizioni di venerdì nell'area anarchica varesina - sostanzialmente inefficaci nella loro partecipazione; una dozzina di attivisti del gruppo nazifascista varesino «Do.Ra», la comunità dei «Dodici raggi», sfilatisi dal corteo una ventina di minuti dopo l'inizio. Poi qualche volto conosciuto dello Slai Cobas che, armato di megafono, non ha faticato a infilarsi tra le fila degli oltre settemila partecipanti al quattordicesimo sabato consecutivo del corteo milanese dei No green pass. Se sette giorni prima erano stati proprio gli anarchici a dare la «clacque» al corteo, ieri l'ennesima manifestazione non autorizzata contro il certificato vaccinale - come sempre caciarona e sconclusionata, ma anche frammentari e con obiettivi affastellati - potrebbe aver registrato un cambio di passo. Se i numeri infatti sotto la Madonnina restano importanti, va segnalato che i No pass ieri non hanno impegnato il reparto mobile della polizia e gli uomini del Battaglione dell'Arma dei carabinieri in pirotecniche azioni di ordine pubblico. Creando solo scompiglio nel traffico e tra i negozianti del sabato pomeriggio.
Partito come sempre da piazza Fontana, il corteo ha raggiunto i «soliti obiettivi» - in primis piazza Duomo e corso Vittorio Emanuele - fino a raggiungere corso Venezia e naturalmente piazzale Loreto per poi lanciarsi nei soliti tentativi di destabilizzare l'ordine pubblico, facendosi rincorrere da una parte all'altra di Milano. Così, mentre una parte dei manifestanti restava in piazzale Loreto (per loro la manifestazione è terminata lì intorno alle 20) gli altri, molto meno numerosi, hanno continuato il corteo in viale Abruzzi. Al grido di «Trieste chiama, Milano risponde».
È stato comunque un altro pomeriggio di manifestazioni in tutta Italia contro il certificato verde. Da Trieste a Siracusa, passando per Roma e per tantissime altre città del nord e del sud del Paese. Migliaia di persone in piazza a gridare lo slogan che è diventato un po' il simbolo delle proteste no pass: «La gente come noi non molla mai».
Nella capitale il sit in è al Circo Massimo, ci sono circa 500 persone. Tutto si svolge pacificamente, tra tricolori, cartelli e fischi contro il governo. «Draghi dimettiti», «Freedom», «Con i portuali di Trieste», alcuni degli slogan esibiti dai manifestanti. Tra loro Enrico Montesano: «A me pare che il green pass non sia una cosa sanitaria, ma più una cosa politica». L'attore arringa la folla raccontando che il certificato verde rimarrà anche a fine emergenza «per sapere tutto di noi»: «Sarà un controllo quotidiano, capillare e individuale. È il capitalismo della sorveglianza».
C'è un filo che lega le
piazze alla protesta dei portuali. «A Trieste - attacca Montesano - sono state usate maniere eccessive contro una popolazione pacifica e inerme. Erano persone che volevano solo protestare contro certe misure del governo».
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