Se i 170mila migranti sbarcati sulle coste italiane lo scorso anno vi sembrano tanti mettetevi l'animo in pace. Nei prossimi mesi rischia di andare peggio. Molto peggio. A detta di Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex, l'agenzia Ue responsabile del controllo delle frontiere e della missione navale Triton, «nel 2015 dobbiamo esser preparati ad affrontare una situazione più difficile dello scorso anno. A seconda delle fonti - spiega Leggeri - ci viene segnalato che ci sono tra i 500mila e un milione di migranti pronti a partire dalla Libia». Insomma più che semplici sbarchi dobbiamo prepararci a fronteggiare una vera e propria invasione. E probabilmente ecatombi senza precedenti nelle acque del Mediterraneo.
Due eventi a cui nessuno è in questo momento è preparato. Sul fronte dell'accoglienza rischiamo di assistere al collasso di strutture d'assistenza già insufficienti, con ripercussioni incalcolabili per il tessuto sociale ed economico del nostro Paese. Sul fronte dei soccorsi la missione navale gestita da Frontex risulta, invece, assolutamente insufficiente a garantire la salvezza di una così vasta massa di migranti. Soprattutto se al numero s'aggiunge lo spregiudicato cinismo di organizzazioni senza scrupoli pronte a stipare i disgraziati clienti su imbarcazioni sempre più precarie, incapaci a volte di reggere il mare per più di qualche decina di miglia. Una situazione d'impotenza ammessa dallo stesso Leggeri che sottolinea candidamente come Frontex non sia assolutamente «sufficiente ad affrontare questo enorme problema».
Dunque l'unica soluzione è intervenire alla fonte fermando l'esodo biblico che dall'Africa Nera s'affaccia alle frontiere meridionali della Libia. Ma il punto è proprio lì. All'origine di ogni male ci sono il caos libico e quelle frontiere prive di controlli. Un caos ormai vicino al punto di non ritorno. Un caos funzionale da una parte agli interessi dello Stato Islamico e, dall'altro, a quei trafficanti di uomini che dalla confusione e dall'assenza di leggi traggono i loro profitti. Le drammatiche previsioni del direttore di Frontex traggono origine proprio dalle analisi d'intelligence che valutano queste due varianti. Mentre l'Isis avanza inglobando i gruppi più deboli e contrapponendo, come già fecero i talebani afghani, il proprio ordine draconiano al disordine delle milizie, i trafficanti di uomini, tra cui molti gruppi jihadisti attivi lungo la frontiera meridionale, spingono verso le coste settentrionali masse umane sempre più ingenti. Quest'effetto valanga garantisce alle bande di trafficanti di uomini introiti sempre più consistenti, trasformandoli in autentiche organizzazioni armate capaci di agire autonomamente anziché sotto la protezione delle milizie.
Questo rischia di rendere complesso e pericoloso anche un intervento militare limitato e progettato solamente per colpire basi, strutture e imbarcazioni dei contrabbandieri di umani. La presenza sul territorio di queste organizzazioni, la loro capacità di controllare e pagare uomini armati e le loro connessioni con milizie e città stato rischiano infatti, come già successo nella Somalia durante le operazioni contro il signore della guerra Aidid dei primi anni Novanta, di generare vere e proprie insurrezioni popolari pronte a prendere la parte delle organizzazioni criminali trasformate in simboli di resistenza nazionale. La presenza di gruppi criminali capaci di operare alla pari sul territorio rischia, però, di vanificare persino i negoziati politici avviati dall'Onu. Perché se milizie, città-Stato e gruppi politici ambiscono alla fine ad imporre il proprio ordine, l'unico interesse dei contrabbandieri di umani è moltiplicare il caos. E con esso i propri guadagni.
Gli immigrati che hanno raggiunto le nostre coste dalla Libia nel corso del 2014: un record che sarà presto battuto
Il totale degli immigrati
che hanno raggiunto l'Ue
nel 2014: l'Italia ne ha quindi
ricevuti oltre il 60 per cento
È la cifra minima dei clandestini pronti a partire per l'Italia dalla Libia secondo fonti Frontex. Ma si parla di un milione
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.