RomaForse il Pd di Matteo Renzi aveva qualcosa da farsi perdonare da Cécile Kyenge, dopo il voto del Senato sulla storia dell'«orango» di Roberto Calderoli. Forse l'ex ministro dell'Integrazione del governo Letta, furiosa con i dem che hanno «salvato» il leghista, aspettava una riparazione.
Fatto sta che Federica Mogherini, alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, ha nominato l'europarlamentare del Pd capo della missione elettorale dell'Unione europea in Burkina Faso.
Una forma di riconoscimento per la Kyenge, che guiderà il gruppo di osservatori di varia nazionalità, garanti di un voto libero e trasparente nel Paese africano che ha subito un tentativo di colpo di Stato il 16 settembre.
Proprio quello stesso giorno, nell'aula del Senato, uno schieramento trasversale che andava dal Pd a Fi negava l'autorizzazione a procedere contro Roberto Calderoli per l'accusa di istigazione all'odio razziale, concedendola solo per la diffamazione.
Erano giorni difficili per il governo Renzi e per i dem, alle prese con la riforma del Senato, ora in dirittura d'arrivo. E tutti notarono la coincidenza tra la mezza «assoluzione» del leghista e il ritiro del mezzo milione di emendamenti che aveva presentato al disegno di legge in questione.
La frase incriminata il senatore del Carroccio l'aveva pronunciata nel luglio 2013, in un comizio a Treviglio, paragonando senza troppe perifrasi l'allora ministro d'origine congolese a una scimmia, per l'esattezza a un orango.
Due anni dopo, Cécilie si era detta «triste e amareggiata» per il voto del Senato, delusa e «tradita» dal suo partito, pronta a portare il caso davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo. E aveva minacciato di lasciare il Pd, precisando: «Dipende dai comportamenti che ci saranno nei prossimi giorni». Ecco perché la decisione della Mogherini, annunciata due settimane dopo, appare tutta collegata a questa vicenda.
Il governo del Burkina Faso ha invitato la Ue a osservare le elezioni presidenziali. Erano previste per l'11 ottobre, ma dopo il tentato golpe la data è ancora da stabilirsi. Quando sarà fissata, 24 osservatori arriveranno nel Paese per seguire il processo elettorale, raggiungendo la squadra di 6 esperti di processi elettorali nella capitale Ouagadougou già dal 5 settembre.
«Sono fiduciosa - dice la Mogherini - che il processo elettorale potrà riprendere al più presto. L'obiettivo principale resta quello di organizzare elezioni credibili, trasparenti e libere e la missione, sotto la guida di Kyenge, darà un contributo supplementare al buon svolgimento e alla trasparenza del voto».
E lei, il nuovo capo missione, commenta: «La Ue, che è al fianco dei cittadini del Burkina Faso dall'inizio di questo processo, vuole proseguire il suo impegno per assicurare il ripristino di istituzioni legittime e democraticamente scelte».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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