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Morto Chenot, mago delle diete amato dai vip di tutto il mondo

Tra gli ospiti del suo celebre centro benessere di Merano Maradona e Pavarotti. Da anni si era ritirato in Svizzera

Morto Chenot, mago delle diete amato dai vip di tutto il mondo

Parlava come l'ispettore Clouseau della Pantera Rosa, ma invece di dire «stonsa» per «stanza» diceva «nivello» al posto di «livello». In buona sostanza italianizzava il francesissimo «niveau», ma c'era poco da ridere se ti diceva che il tuo «nivello» d'intossicazione era più alto dell'Everest e il tasso d'energia più basso del Mar Morto: su questo tipo di diagnosi e sulle cure del caso Henri Chenot non sbagliava mai. Nato 77 anni fa a Serrancolin (un piccolo paese dei Pirenei con 627 abitanti e una cava di marmo da cui hanno fatto Versailles) il guru delle diete e dei percorsi detox si è spento due sere fa in Svizzera dopo una lunga malattia. Lascia la moglie Dominique e i figli Caroline e Nicholas con cui si era da poco trasferito sulle rive del Lago di Lucerna lasciando il prestigiosissimo Palace Hotel di Merano per lanciarsi nella nuova avventura del Palace Weggis Chenot. I cambiamenti non sono mai facili a una certa età, ma lui li consigliava sempre: era un convinto seguace dell'evoluzionismo, non poteva nemmeno contemplare l'ipotesi dell'immobilità fisica e soprattutto mentale. Cresciuto in una famiglia fuggita dalla Spagna franchista, raccontava di esser stato un bambino molto studioso che poi è diventato un bravo ragazzo francese e in seguito ha fatto la guerra d'Algeria. Rientrato in Francia si è stabilito nel Midi dove ha studiato biologia presso il centro di ricerche di biologia marina annesso alla Sorbona di Banyuls sur Mer. «M'interessavo soprattutto di psicologia, antropologia, filosofia, naturopatia e medicina cinese, una materia che ho studiato profondamente per oltre 10 anni» raccontava nel suo italiano impeccabile anche se buffissimo. Non si è mai saputo con precisione come si sia mantenuto agli studi in quel periodo, c'è chi dice che abbia fatto anche il parrucchiere prima di mettersi a creare fito-cosmetici. «Sono stato uno dei primi a farlo diceva - avevo laboratori in Italia, Francia e Germania: un'avventura più grande di me. Nel 1974 ho aperto il primo centro Chenot nella Policlinique di Cannes e ho commesso una serie di errori madornali anche se lì ho incontrato Andrea Rizzoli che è stato molto importante per me. Diceva a tutti che ero un mago, che mi bastava guardare una persona in faccia per fare la diagnosi e che non sbagliavo mai». Il mitico editore lombardo lo spinge a scrivere i primi libri e a rimettersi in pista come conferenziere. L'incontro con Dominique avviene nel 1979 in Alto Adige dove lei, nata in Algeria nel 1952 ma residente a Parigi, si reca per seguire un ciclo delle sue famose conferenze didattiche. «Alla fine ha seguito me» diceva lui con orgoglio perché la bellezza e lo stile della moglie avrebbe inorgoglito qualunque marito. Oltre a innamorarsi l'uno dell'altra i due si sono innamorati della zona trasferendosi e lavorando insieme prima a Solda, poi all'hotel Eden di Merano e infine al Palace. Qui sono passati veramente tutti i ricchi e famosi della terra: Andreotti, Berlusconi, Juan Carlos di Borbone, Zinedine Zidane, Cristiano Ronaldo, Totti con la moglie Ilary, Caroline di Monaco, Monica Bellucci, Naomi Campbell, Valentino e Giammetti oltre alle sorelle Fendi al gran completo. Per Pavarotti fu necessario costruire una vasca speciale, produrre accappatoi di taglia XXXL e istituire un servizio di perquisizione quotidiana della suite. Maradona dovette consegnare i suoi orecchini di brillanti alla finanza che lo inchiodò per frode fiscale sul lettino del massaggiatore. Il metodo Chenot prevedeva di non contare mai le calorie ma la radiovitalità degli elementi, incredibili massaggi lungo le linee dei meridiani cinesi che attraversano il nostro corpo, idroterapia e trattamenti energetici nel nome di una scienza che lui chiamava «biontologia» e che corrisponde a una vera e propria filosofia di vita. Del resto Chenot era capace di far dimagrire l'equivalente in ciccia del carico di 60 tir se non di più. Nelle sue mani passavano infatti 3000 persone l'anno che con il suo metodo perdevano 2 chili a settimana pari a 30.000 quintali in tutto.

«Preferirei non parlare tanto di grasso smaltito quanto di organi depurati ed energie rigenerate» commentava lui alzando inesorabilmente il «nivello» di qualsiasi discussione sul dimagrimento.

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