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La mossa di Berlusconi spiazza il centrodestra e crea un nuovo fronte

Dalla sinistra moderata plauso per l'apertura al Mes. Enrico Letta: posizione responsabile

La mossa di Berlusconi spiazza il centrodestra e crea un nuovo fronte

«Sul Mes la posizione mia e di Forza Italia è sempre stata questa: va bene se è senza condizioni, quindi oggi sarebbe assurdo non prendere quei soldi. Mi stupisco di chi si stupisce, soprattutto tra i nostri alleati». Silvio Berlusconi ha fatto ancora una volta una scelta europeista e ha voluto che fosse molto netta, convinto che la situazione di emergenza da coronavirus lo pretendesse, anche a costo di pestare i piedi agli amici sovranisti.

Poteva tacere, dare per scontato, far parlare altri, ma per lui la coerenza conta di più dell'appartenenza ad una coalizione in cui, su questo punto, si trova isolato. Agli attacchi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni che lo accomunano a Romano Prodi non risponde, anzi rivendica la paternità del Fondo Salva Stati ai tempi del suo ultimo governo, pur precisando che lo voleva insieme agli eurobond e che poi il governo Monti lo modificò. È la «verità storica», taglia corto. E si prepara, oggi e domani, a votare da remoto, come eurodeputato, le misure antiCovid19 di Bruxelles. Il capo di Fi segue con interesse la clamorosa spaccatura nella maggioranza, l'allontanamento del Pd e di Italia viva dal premier e dal M5S, sapendo di entrare in un gioco che può mettere in crisi il Conte 2. Lo fa dall'opposizione ma anche con la preoccupazione di chi vede l'indebolimento più che del governo dell'Italia stessa, in una difficile trattativa europea. Con Antonio Tajani, vicepresidente azzurro e del Ppe oltre che ex presidente del parlamento europeo, il Cavaliere è costantemente in contatto con i leader popolari europei e ha deciso che sulla questione non può smorzare i toni, anche per condividere la posizione di Confindustria e di tanti imprenditori di cui rappresenta da sempre un punto di riferimento. «D'altronde - spiega Tajani - quello del Mes non è un problema che riguarda l'unità del centrodestra, altre volte siamo stati su posizioni diverse, come sul copyright, quando da soli difendevamo il diritto d'autore dai colossi del web. La nostra anche stavolta è una posizione pragmatica: abbiamo messo nel Mes 14 miliardi e ora possiamo averne 36-37 in modo più vantaggioso che sul mercato, perché rinunciarvi quando sono molto utili agli italiani e l'alternativa potrebbe essere la patrimoniale? Le uniche condizioni che ci impongono sono di utilizzare non più del 2 per cento del Pil e solo per interventi di sanità. Certo, il Mes non basta, fa parte di una strategia più complessa, insieme al Sure, ai fondi di Bei e Bce, al Recovery fund. Tutti segnali che l'Europa si sta muovendo, anche se in ritardo, e che senza non si va da nessuna parte».

La lettera di Berlusconi sul Giornale a favore del Mes riscuote applausi imprevisti e un po' spiazzati tra le fila di ex democristiani di sinistra e di destra. Come lo «chapeau!» dell'ex premier Enrico Letta, che scrive sui social: «Non mi sarei mai aspettato di ritwittare, e in un colpo solo, Il Giornale, Berlusconi e Forza Italia. È che il coraggio della posizione di oggi lo merita». Per Pierferdinando Casini, Salvini e Meloni sbagliano, mentre Berlusconi «sta mostrando senso di responsabilità», perché non si può «dipingere il Mes come Belzebù facendo finta di non vedere che sono state tolte le condizionalità». Apprezzano la posizione del Cav Clemente Mastella, Fabrizio Cicchitto e il segretario Udc Lorenzo Cesa: «È insensato non utilizzare una nuova linea di credito senza condizioni». Guido Bodrato concorda, guardando al Colle: «Nell'emergenza maggioranza e opposizione debbono convergere. È l'anima della democrazia e della Costituzione, come ha ribadito Mattarella».

E Pierluigi Castagnetti, vicino al capo dello Stato, dedica un «pensierino» a Conte, Salvini e Meloni: «Il futuro sarà governato da leader capaci di costruire e dare senso alla solidarietà, piuttosto che da quelli che danno voce agli egoismi nell'emergenza».

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