Ucciso per un paio di jeans non pagati. Quando i carabinieri l'hanno fermato passeggiava come se niente fosse sul lungolago di Marta, sul lago di Bolsena.
Pang Michael Aaron, 22 anni, grafico pubblicitario di origini coreane ma con passaporto americano, ha massacrato di botte Norveo Fedeli, 74 anni, dopo una discussione in negozio. A rintracciarlo, ieri mattina, i carabinieri di Capodimonte, altro paesino sul lago a nord di Viterbo.
È un maresciallo, in particolare, a ricordare senza ombra di dubbio quel volto. Un viso non comune da quelle parti: difatti era stato fermato per un controllo 40 giorni prima Pang Michael, appena arrivato nella cittadina lacustre da Fiumicino. L'uomo, entrato in Italia dall'area Schengen da 2 mesi e mezzo, vive assieme alla sua compagna, una donna tedesca e sua figlia, in un b&b in località Mergonara, a Capodimonte vecchia. Ma ha anche un piccolo appartamento a San Faustino, rione storico vicino il Fedeli Vogue, il negozio di abbigliamento di via San Luca teatro dell'assassinio. Venerdì pomeriggio, alla chiusura del negozio, l'uomo entra nel locale e per la terza volta chiede a Fedeli di mettergli da parte alcuni vestiti. Un maglione e un paio di jeans.
«Poi passo a pagarli», gli dice. Ma il 70enne, stanco delle promesse, si spazientisce. Quello che accade dopo fra i due lo registra la telecamera di sorveglianza dell'esercizio commerciale. Lo straniero afferra uno sgabello di metallo e colpisce l'uomo con violenza inaudita. Una volta a terra passa sopra la testa del poveretto con gli scarponi. Infine afferra il suo cellulare e fugge, con la scarpa zuppa di sangue chiusa in una busta per non lasciare tracce.
Il cellulare sottratto, però, cade e viene recuperato dalla polizia. Grave errore: sul telefono ci sono le impronte del killer. Il fermo immagine diramato dalla Questura corrisponde a una persona vista poche ore prima scendere da un pullman proveniente da Viterbo.
Il comandante della stazione dei carabinieri di Capodimonte quel volto l'ha memorizzato alla perfezione. Lo ricorda bene il maresciallo quando, alla fine di marzo, viene portato in caserma per accertamenti. «Ci siamo mossi immediatamente e, grazie alle telecamere del Comune, abbiamo avuto la certezza che si trattava della stessa persona, l'uomo che era sceso nel pomeriggio dal bus. Lo cercano per tutta la notte, carabinieri e squadra mobile e quando i militari del posto lo trovano sono certi di aver imbroccato la pista giusta. Addosso al fermato gli stessi pantaloni intrisi del sangue della vittima. Pang Michael, interrogato per tutto il pomeriggio, nega. Oltre ai vestiti sporchi di sangue, nel momento del fermo il giovane americano aveva gli stessi occhiali da sole, dei Ray Ban, immortalati dalla telecamera, e il portafogli con i documenti della vittima. Non solo. Secondo una prima ricostruzione l'uomo avrebbe cercato di pagare gli abiti con una carta di credito non funzionante. Transazioni non effettuate per ben due volte per mancanza di fondi: al momento dell'arresto nelle sue tasche sono stati trovati gli scontrini delle operazioni negate. Sulle mani e sul viso graffi e abrasioni, segni di una lotta fra lui e l'anziano. Tutte prove che lo inchiodano. Per il pm Eliana Dolce l'accusa è quella di omicidio volontario e rapina aggravata. «Il coreano? Lo conosciamo bene» racconta Tonino. «Passeggiava spesso sul lungolago. Quando arriva uno straniero si nota subito». Anche Norveo lo ricordano in tanti nella Città dei Papi.
«Un uomo onesto, due figli - dice, piangendo, una
donna -. Una famiglia di lavoratori». Per domani il sindaco Giovanni Maria Arena ha proclamato il lutto cittadino: bandiere a mezz'asta negli edifici pubblici e un minuto di silenzio, alle 12, in tutti gli uffici comunali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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