Roma - I dipendenti pubblici sono diminuiti di oltre 200mila unità dal 2008 (-6%) ma non in tutti i settori della pubblica amministrazione. Nelle Regioni a Statuto Speciale, ad esempio, sono aumentati di 20mila unità (+26%). È quanto si legge in un'analisi del Centro studi di Unimpresa basata sui dati del Rendiconto generale dello Stato elaborati dalla Corte dei Conti. Una circostanza che fa correre il pensiero alla Regione Sicilia e al suo governatore Rosario Crocetta il cui bilancio è stato di recente bocciato dalla magistratura contabile dell'isola. Infatti, considerando le partecipate e le altre strutture organizzative coordinate da Palermo, si giungerebbe, secondo alcune fonti, a un esercito di oltre 75mila persone.
A voler ben guardare i numeri del Rendiconto generale della Regione Sicilia nel 2015 i dipendenti sarebbero stati 16.341, in flessione del 5,6% rispetto ai 17.311 dell'anno precedente. ma a questi bisogna aggiungere altre 2.666 unità di personale che l'amministrazione ha indicato come «ad altro titolo utilizzato» (217 unità) o «esternalizzato un servizio» (2.449 unità). Ricomprendendo tutti si otterrebbe un incremento annuo del 9,8 per cento. Altro che risparmio!
Ovviamente non si può mettere in croce solo la Sicilia come cattivo esempio visto che i dati dell'Istat hanno spesso evidenziato come altre Regioni a statuto speciale, a partire dalla Val d'Aosta e dal Trentino Alto Adige, evidenzino un numero di dipendenti per abitante ben al di sopra ella media nazionale.
E, in ogni caso, le autonomie non sono le sole ad aver incrementato gli organici. Nel comparto «altri enti» l'aumento è stato di 1.742 unità a 10.844 persone (+19,1%). Nelle autorità indipendenti il totale degli addetti è di 2.085 in crescita di 727 unità (+50%). Nella ricerca, ancorché positivo dal punto di vista scientifico, sono arrivati altri 3.388 lavoratori (+19,5%) a quota 20.809. Questo è soprattutto lo specchio di una pubblica amministrazione che non evidentemente discernere la giusta e necessaria collocazione delle risorse.
Ad esempio, se consideriamo gli oltre 3,2 milioni di statali, si osserva che quel calo di 200mila unità nel periodo 2008-2015 sia stato in realtà inferiore al potenziale.
Tra il 2014 e il 2015 la stabilizzazione dei docenti e le nuove assunzioni nella scuola hanno fatto crescere gli organici del 4% a circa 1,09 milioni di unità, un valore poco distante da quello di partenza (1,13 milioni).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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