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Il nemico è in casa e ora nel mirino potrebbe esserci Roma

Un'altra falla nei servizi segreti d'Oltralpe. E ora sale l'allerta per il rischio di un attacco al cuore della cristianità

Il nemico è in casa e ora nel mirino  potrebbe esserci Roma

L'urlo di guerra «Allah o akbar» (Dio è grande), che ha insanguinato Parigi dimostra che il terrore islamico è arrivato fino a casa nostra, annidandosi con diverse squadre di fuoco nella capitale francese. Un'incredibile falla nei servizi di sicurezza, che non sono stati capaci di capire in tempo cosa sarebbe accaduto. Sicuramente è il più grave attacco nel cuore dell'Europa da parte dei seguaci della guerra santa. Dalla Siria, dall'Irak e ancora prima dal Mali e dal deserto del Sahara erano arrivate esplicite minacce alla Grandeur, che non si è mai tirata indietro nella guerra al terrorismo e da poche settimane aveva cominciato a bombardare le postazioni dello Stato islamico nel crogiuolo siriano.Purtroppo i servizi francesi hanno più volte negli ultimi anni fatto cilecca a cominciare da Mohmmed Merha, il ragazzino che ha fatto strage di ebrei e soldati per strada e dal sanguinoso attacco alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo. Tutti i terroristi coinvolti in questi clamorosi attacchi erano conosciuti ai servizi, in diversi casi avevano un passato in carcere e viaggiavano per il Medio Oriente in cerca di contatti e addestramento. Non ci sarà da stupirsi se nella carneficina di Parigi salteranno fuori dei boia islamici ben noti alle forze dell'ordine con esperienze jihadiste alle spalle.L'aspetto più clamoroso è la pianificazione multipla dell'attacco nella capitale francese in perfetto stile Al Qaida. Un'operazione del genere deve essere pianificata, organizzata militarmente con un certo numero di mujaheddin votati alla morte, armi e munizioni, che i terroristi non possono portarsi o fare arrivare dalla Siria o dall'Irak. Tutto è avvenuto in Francia, a Parigi e nessun informatore o sistema di intercettazione e controllo elettronico dell'antiterrorismo si è accorto di cosa stava bollendo in pentola.La Francia non è l'unico paese europeo nel mirino. Il Califfato l'ha giurata da tempo all'Inghilterra, dove sono continui negli ultimi mesi, gli allarmi per possibili attacchi, anche se non delle dimensioni di Parigi. La Germania è in stato di allerta per i suoi foreign fighters, i volontari della guerra santa che sono andati a combattere in Afghanistan, Siria, Iraq e minacciano ripetutamente di attaccare sul territorio tedesco. Anche i paesi del Nord Europa sono a rischio come ha dimostrato la rete scoperta 48 ore fa dai Ros dei carabinieri, che coinvolgeva mullah Krekar, una vecchia conoscenza del jihadismo internazionale. L'Italia è nel mirino per la nostra linea anti bandiere nere, ma pure per la presenza del Papa. In vista dell'Anno Santo siamo un obiettivo a rischio e molto molle per la quasi impossibilità di difendere Roma da un attacco multiplo come quello parigino. Solo la prevenzione può salvarci, ma in Francia si è aperta una grave falla, che ha dimostrato l'abilità dei terroristi a non farsi scoprire.

Una fonte dei servizi italiani ha dichiarato a il Giornale che «un attacco a Roma, cuore della cristianità è solo una questione di tempo».

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