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Niente Dublino per chi arriva dal mare L'Italia vuole dall'Ue soldi per l'Africa

Salvini replica a Macron: «I barconi? Glieli mandiamo a Marsiglia»

Niente Dublino per chi arriva dal mare L'Italia vuole dall'Ue soldi per l'Africa

Gli sherpa e le diplomazie sono al lavoro sulle nuove regole europee sull'immigrazione, una bozza sulla quale si cerca un difficile punto di sintesi. Ma la corsa contro il tempo per evitare la rottura a Bruxelles resta frenetica e drammatica.

L'Italia alla fine parteciperà con il premier Giuseppe Conte al pre-vertice europeo fissato per domani a Bruxelles. La proposta italiana sarà quella di interrompere la validità del regolamento di Dublino per quanto riguarda i confini marittimi, continuando ad applicarlo per quanto riguarda i confini terrestri. Niente Dublino, dunque, per coloro che verranno salvati in mare, grazie ad operazioni Sar (search and rescue). Sono 16 i leader europei che parteciperanno alla riunione di domani a Bruxelles. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha indetto la riunione quando in Europa è aumentata la tensione dopo che Italia e Grecia, alle prese con l'ondata di migranti, hanno chiesto ai partner Ue di condividere l'onere. I paesi di Visegrad (V4; Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) hanno già fatto sapere che non prenderanno parte alla riunione ristretta.

Il vero teatro ufficiale della discussione sarà, comunque, il vertice dei Ventotto fissato per giovedì prossimo che avrà in agenda la riforma del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo. Un summit che si annuncia come il più teso e difficile degli ultimi anni.

«Nessuno può pensare di prescindere dalle nostre posizioni» dice Conte. E qualche segnale di inversione di rotta arriva da Bruxelles. Il commissario Ue per la Migrazione e gli affari interni, Dimitris Avramopoulos, ha annunciato che l'esecutivo comunitario sta discutendo con l'Onu e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom) su come potrebbero funzionare gli «schemi di sbarco regionali». Le piattaforme servirebbero a distinguere rapidamente i migranti economici e quanti necessitano di protezione internazionale». Inoltre «ridurrebbero l'incentivo a imbarcarsi in viaggi pericolosi». Il problema è che finora non ci sono Paesi che hanno annunciato la loro disponibilità a partecipare agli schemi di sbarco regionali.

Più nel dettaglio la proposta italiana punta a condividere gli oneri finanziari e garantire che gli Stati membri coprano i circa 500 milioni di euro necessari a far partire il Trust Fund Africa per creare occasioni alternative al business dei trafficanti. Il governo italiano chiede di modificare l'applicazione del Trattato di Dublino, creato nel '90 per regolare i flussi dalle frontiere terrestri da Est, solo alle nostre frontiere di terra e non a quelle marittime Schengen. Infine l'Italia propone la creazione di centri di assistenza ai migranti nei Paesi di transito da dove organizzare rimpatri assistiti volontari come i 28mila già realizzati in Libia in accordo con l'Oim e come quelli ad Agadez in Niger.

Sullo sfondo continua la polemica sulle parole di Emmanuel Macron che ha paragonato i sovranisti alla lebbra. Per Luigi Di Maio la vera lebbra è «l'ipocrisia europea». Per Matteo Salvini Macron è «un signorino educato che eccede in champagne». «Lui a Ventimiglia schiera la polizia, non rompa le scatole all'Italia», ha proseguito Salvini in un comizio a Massa.

«Ci dia il numero di telefono della sua Capitaneria di porto e i prossimi 10 barconi vanno a Marsiglia».

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