NOMINE SOSPETTE Già da Guardasigilli riuscì a piazzare il compagno di studi

NOMINE SOSPETTE Già da Guardasigilli riuscì a piazzare il compagno di studi

RomaIl ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha un problema di conflitto di interessi. È quanto rivela il settimanale l'Espresso sostenendo che alcuni incarichi pubblici sarebbero stati affidati a persone che fanno parte dell'entourage del fondatore di Ncd.

In primis, si tratta della moglie del ministro, Tiziana Miceli. Lo scorso 30 marzo la signora Alfano ha ricevuto dal presidente e amministratore delegato della Consap Mauro Masi (l'ex direttore generale della Rai) un «incarico professionale per la difesa in giudizio». Dai documenti pubblicati sul sito della società statale che si occupa di servizi assicurativi fornendoli «al ministero dell'Interno (di cui è titolare il consorte, ndr ) e a quello dello Sviluppo economico» emerge che l'avvocato Tiziana Miceli dello Studio RM-Associati (nel quale lavora anche Fabio Roscioli, legale del ministro Alfano) emerge che le consulenze ottenute dalla Consap tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015 sono cinque. Non si tratterebbe di una novità perché in una dichiarazione firmata del 24 febbraio 2014 Miceli dichiarò di essere già «titolare di incarichi di assistenza legale conferiti da Consap» e di non avere altri incarichi nelle amministrazioni pubbliche. Gli «importi» della consulenza della consulenza deliberata a fine marzo, si legge sul sito, «saranno quantificati all'esito delle attività».

Il rinnovato interesse del settimanale che fa capo alla famiglia De Benedetti per la coniuge del titolare del Viminale riaccende le polemiche sulla scarsa trasparenza di casa Alfano. Nelle dichiarazioni patrimoniali depositate sul sito della Camera, infatti, il ministro non ha pubblicato né nel 2013 né nel 2014 i dati reddituali della moglie, a differenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nulla da eccepire: la pubblicazione dei dati deve avere l'esplicito consenso del coniuge o del parente in generale. Nella fattispecie, però, una maggiore disclosure sarebbe sicuramente d'aiuto giacché l'Espresso afferma chiaramente che «Tiziana Miceli in passato ha ottenuto altri incarichi da alcune amministrazioni pubbliche siciliane (dalla Provincia di Palermo all'Istituto autonomo case popolari di Palermo) sempre controllate dal centro destra».

Nel 2014, aggiunge il giornale, la moglie di Angelino risulta aver difeso anche gli interessi di una società (la Serit) insieme al collega Angelo Clarizia. Si tratta di un noto amministrativista romano, docente della Sapienza e finito nel tritacarne mediatico nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Mose. Secondo il vicedirettore generale del Consorzio Venezia Nuova (Cvn), Roberto Pravatà, Clarizia «si occupava di coltivare i rapporti con alcuni consiglieri del Consiglio di Stato» e «inviava al Cvn fatture senza pezze giustificative».

Ma c'è di più. Clarizia, scrive sempre l'Espresso , è socio in affari di Andrea Gemma. L'avvocato romano, docente alla Terza Università di Roma, è stato nominato in quota Tesoro consigliere di amministrazione dell'Eni. Lo studio Gemma & Partners, mandante Angelo Clarizia, si è aggiudicato due anni fa in raggruppamento temporaneo d'impresa con lo Studio Maresca un appalto da 629.850 euro Iva esclusa da Expo 2015 per «l'affidamento dei servizi di assistenza legale stragiudiziale». L'Espresso ha scoperto che «i due avvocati avrebbero difeso di recente gli interessi del Nuovo Centro Destra»: il conflitto sarebbe perciò evidente.

Il quarantaduenne Andrea Gemma è stato sempre inviso alla stampa di centrosinistra giacché la sua carriera è pressoché sincrona a quella di Alfano del quale fu consulente nel 2010 al ministero della Giustizia (incarico da 100mila euro) per la stesura del Piano Carceri. Sia Alfano che Gemma sono allievi del professor Salvatore Mazzamuto, sottosegretario alla Giustizia nel governo Monti. Gemma ha ottenuto numerosi incarichi pubblici. Dal sito internet di Eni si rileva che è commissario straordinario di Valtur (nominato dall'ex ministro dello Sviluppo Paolo Romani, liquidatore di Novit Assicurazioni e Sigrec (gruppo Unicredit). È inoltre componente dell'Arbitro Bancario finanziario su nomina di Bankitalia. Inoltre è presidente, per volere dell'Agenzia per i beni confiscati, di Immobiliare Strasburgo srl, una holding palermitana.

Sdegnata la replica del ministro Alfano.

«Non appagato dalla recente condanna per diffamazione ove mi è stato riconosciuto il danno subito, l'Espresso replica il disegno denigratorio nei confronti miei e di mia moglie costruendo scenari mistificatori», si legge in una nota nella quale si parla di «disinformazione mirata» e «doloso e reiterato intento diffamatorio».

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