La sanità vive momenti difficili. Da un lato c'è l'esigenza di contenere la spesa pubblica, dall'altro la volontà di rispondere alle esigenze di una popolazione che sta invecchiando. Nello stesso tempo cresce la domanda di salute: assieme alla necessità di garantire vaccinazioni contro tutte le malattie mortali vi è l'urgenza di affrontare sempre più le patologie croniche. Ma la coperta - del denaro pubblico - è decisamente troppo corta. Così anche in Italia, come avviene in molti Paesi europei, si comincia a guardare al settore privato. Nel quinquennio 2010-2014 la spesa sanitaria pubblica è scesa del 2,2% mantenendo una media di 110 miliardi e tre milioni annui. Per contro, è cresciuta la voce dedicata alle assicurazioni private.
Secondo il Censis, nel 2015, gli italiani hanno speso per la sanità privata 34,5 miliardi di euro e la spesa sanitaria privata dal 2007 al 2014 ha avuto un incremento superiore al 10%. Guardando l'indagine sulle spese mediche di Altroconsumo del 2015 emerge un altro dato: l'effetto combinato tra la crescente povertà e il restringimento dell'ombrello pubblico ha portato il 46% della popolazione a rinunciare alle cure. In particolare, il 38% ha sacrificato le cure odontoiatriche, il 22% le oftalmiche e un 15% ha tagliato la riabilitazione fisica.
La propensione a mettere il denaro da parte per affrontare i momenti di crisi è cresciuta da parte delle famiglie italiane dell'11% dal 2007 al 2015. Ancora più marcata è stata la crescita degli investimenti nella previdenza integrativa, con la sottoscrizione di polizze assicurative individuali o familiari o di accesso ai fondi pensione che ha raggiunto il 20,5%. Infatti, nel 2015, il 33% delle polizze sanitarie era riferito a polizze individuali.
Il ritorno a risparmiare denaro contante, e non impiegato ad esempio in titoli in banca, si spiega non tanto come una forma naif e improduttiva di accumulo dei propri guadagni, quanto con la paura di dover affrontare spese ingenti e di non disporre della cifra per sostenerle. Secondo gli studi di «Scenario del welfare» condotti dal Censis in collaborazione con il forum di Ania-Consumatori emerge che anche il pagamento di un ticket sanitario, di una visita privata o di dover effettuare accertamenti diagnostici particolari spaventa le famiglie italiane. Ben il 71,5% delle persone interpellate ha dichiarato di temere che queste spese di welfare, un tempo coperte quasi del tutto dallo Stato, possano minacciare seriamente la tenuta del budget domestico. L'idea di assicurarsi la salute con una copertura privata sta entrando sempre più nelle scelte di tutela sociale degli italiani. Sono 26 milioni e mezzo i cittadini che hanno manifestato la propensione ad acquistare una polizza sanitaria integrativa o ad aderire a un fondo sanitario.
Così Poste Italiane vuole contribuire a far crescere nel Paese la cultura su un nuovo modello integrato di tutela e sicurezza sociale.
Attraverso Poste Assicura, la compagnia di assicurazione danni è competitiva con una rosa di soluzioni dal nome significativo «Poste Protezione» pensate a protezione della salute, della persona e dei beni. A promuovere il nuovo welfare e a illustrare come «proteggere» casa e salute sarà una squadra di dodicimila persone formate ad hoc.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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