Nordio assolve Salvini soltanto sui migranti: "Illiberale in economia"

L'ex pm difende il leghista sull'immigrazione «Necessario mettere un freno agli sbarchi»

Nordio assolve Salvini soltanto sui migranti: "Illiberale in economia"

Le scelte del governo sono illiberali sul piano economico non certo su quello delle politiche migratorie.

L'ex procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, prima di andare in pensione ha fatto la promessa di non scendere in politica. Per un magistrato che si è occupato di inchieste importanti in passato e che hanno coinvolto figure eminenti dello scenario politico lo ritiene un errore. Una scelta che però giustamente non gli impedisce di valutare l'operato del governo attuale con una attenzione particolare per le mosse del vicepremier leghista Matteo Salvini che l'ex magistrato ha più volte sostenuto anche rispetto a decisioni controverse ed impopolari. Non però sulla linea perseguita in politica economica. In un'intervista all'Huffington post infatti, sollecitato dal giornalista, Nordio rivela che a preoccuparlo «è la politica economica del governo di cui Salvini fa parte. Quella sì anti liberale. Così come l'isolamento europeo in cui l'Italia rischia di finire».

E chissà se questo giudizio influirà sulle future mosse del ministro dell'Interno anche in vista delle elezioni europee.

Non sarebbe la prima volta che una riflessione dell'ex magistrato si trasformi in un cambio di direzione per il leader del Carroccio. In molti pensano che siano stati proprio i giudizi di Nordio sul caso Diciotti a indurre Salvini ad una vera e propria inversione di rotta. Inizialmente infatti il vicepremier aveva sostenuto di essere pronto a sottoporsi al giudizio. Poi sul caso era intervenuto Nordio. L'ex magistrato aveva affermato di ritenere «impensabile che il Senato potesse dare l'autorizzazione a procedere» contro il ministro dell'Interno, visto che quella di Salvini era stata una decisione «squisitamente politica» anche «criticabilissima da un punto di vista politico e magari etico ma non da quello penale». L'ex magistrato riteneva poi comunque sbagliato mandare a processo solo Salvini, ritenendo che l'eventuale responsabilità fosse di tutto il governo e del premier Giuseppe Conte.

Non solo. In molti ritennero che fosse stato proprio Nordio a mettere in guardia Salvini rispetto al rischio di essere tagliato fuori dalla politica in caso di condanna, come previsto dalla legge Severino, che gli avrebbe sbarrato la strada a future candidature. Circostanza negata dall'ex magistrato che assicura di non aver mai sentito direttamente Salvini pur non escludendo che le sue opinioni possano averlo influenzato.

Nordio mette anche a tacere l'allarmismo su una possibile svolta autoritaria nel nostro paese. «Nessun pericolo fascismo in Italia - assicura Nordio - è un'enorme balla». E nessuno scandalo neppure per le politiche migratorie del governo. Le scelte di Salvini in materia non rappresentano «un attentato all'idea liberale». Nordio sottolinea come quella del vicepremier sia «la stessa linea che hanno adottato tutti i paesi del mondo occidentale» visto che «era necessario mettere un freno all'immigrazione incontrollata».

Per l'ex magistrato però rispetto alle scelte italiane si manifesta «una grande ipocrisia» perché «tutti gli stati europei hanno chiuso le loro frontiere, ma solo noi italiani

facciamo la figura di quelli brutti, sporchi e cattivi».

La decisione di Salvini di sfidare apertamente l'Europa secondo Nordio era necessaria: «Era doveroso alzare la voce, Salvini è stato il primo ed è stato anche coraggioso».

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